A proposito del convegno di cui vi ho parlato, per brevità vi rimando a quanto ho scritto nei giorni scorsi:
- Gravina – Rigenerazione urbana, appunti del 16 giugno 2011 – SEL, Franco Soldini, Raffaele Moretti
- Sulla rigenerazione urbana, Gravina dopo i crolli.
Ho chiesto al dottor Perrucci di prepararmi una sintesi degli interventi della serata, 20 giugno, alle Officine culturali. Eccovela di seguito:
Scianatico:
nel tentare di spiegare lo stato dell’arte fa intendere che gli interventi da effettuarsi con la rigenerazione urbana non debbono essere necessariamente legati allo sviluppo, all’occupazione e alla sostenibilità (cosa da non condividersi in nessun modo).
Tremamunno:
propone un progetto strettamente incentrato sul centro storico e sulla parte della gravina posta di fronte al centro storico (a sud del ponte sulla gravina). Tale progetto è in piena contraddizione con il principio della “integrazione dei piani”, che invece richiederebbe il coinvolgimento nel progetto di tutta la gravina, ivi compresa la zona a nord del ponte della Madonna della Stella.
Schinco:
propone implementazioni progettuali incentrati sull’ archeologia industriale, sul Parco di Bruno, sul Museo della civiltà contadina (sua collezione privata di oltre duemila pezzi) e, in assenza di una vision sulla città, propone una forma di sviluppo socioeconomico basato sull’agricoltura, sulla quale innestare tutta la progettazione.
Serangelo:
non è possibile implementare il Parco di Bruno perché oggetto di un contenzioso giudiziario.
Moretti:
Manca un’idea della città e manca un’idea forza di tipo progettuale su cui basare la rigenerazione urbana. Propone l’implementazione progettuale dei quartieri disabitati, del progetto “Acqua & Terra” e di rimettere in funzione i numerosi contenitori comunali esistenti nel centro storico.
Misciagna:
concorda per il recupero dei cavati e di Via Giudice Montea e propone il coinvolgimento dei privati anche con opere di convincimento.
Scarnera:
propone il passaggio da interventi esclusivamente urbanistici ad interventi di “Rigenerazione Antropologica”, tenendo bene in conto il fatto che la popolazione che rimane nei centri storici diventa sempre più anziana e quindi sempre più bisognosa di servizi sociali.
Perrucci:
non concorda col progetto presentato perché metodologicamente sbagliato. Chiede di implementare la zona Nord del ponte sulla gravina, chiede di incentrare tutto il progetto sulla gravina anziché sul centro storico; inoltre, non il processo che è stato avviato dall'Amministrazione comunale non lo vede indirizzato allo sviluppo della attrattività e della competitività della città, e quindi distante dal conseguimento degli obiettivi che la Regione Puglia si è impegnata a conseguire nei confronti dell’Unione Europea che sono: coesione, sviluppo socioeconomico, occupazione e sostenibilità. Propone una progettazione che sia inclusiva delle conoscenze e competenze locali sin da questa fase della progettazione che non è ancora sufficientemente partecipata.
Tremamunno:
occorre dare precedenza alla cantierabilità del progetto ai fini per poter acquisire un maggior punteggio in grado di garantire un suo finanziamento/approvazione e chiede nuove proposte.
Perrucci:
se non c’è partecipazione, non c’è conoscenza dei problemi; se non c’è conoscenza dei problemi, non c’è progettazione adeguata. Ripropone ancora una volta l’inclusione di conoscenze e competenze locali già in questa fase del processo. Sarpi: chiede a quanto ammonterebbe il presunto finanziamento e la Scianatico gli risponde 3-3,4 milioni di euro.
Il dott. Perrucci ha anche scritto le sue opinioni sulla serata raggiungibili su
STUDI E RICERCHE DI PIETRO PERRUCCI
- Gravina – Rigenerazione urbana, appunti del 16 giugno 2011 – SEL, Franco Soldini, Raffaele Moretti
- Sulla rigenerazione urbana, Gravina dopo i crolli.
Ho chiesto al dottor Perrucci di prepararmi una sintesi degli interventi della serata, 20 giugno, alle Officine culturali. Eccovela di seguito:
Scianatico:
nel tentare di spiegare lo stato dell’arte fa intendere che gli interventi da effettuarsi con la rigenerazione urbana non debbono essere necessariamente legati allo sviluppo, all’occupazione e alla sostenibilità (cosa da non condividersi in nessun modo).
Tremamunno:
propone un progetto strettamente incentrato sul centro storico e sulla parte della gravina posta di fronte al centro storico (a sud del ponte sulla gravina). Tale progetto è in piena contraddizione con il principio della “integrazione dei piani”, che invece richiederebbe il coinvolgimento nel progetto di tutta la gravina, ivi compresa la zona a nord del ponte della Madonna della Stella.
Schinco:
propone implementazioni progettuali incentrati sull’ archeologia industriale, sul Parco di Bruno, sul Museo della civiltà contadina (sua collezione privata di oltre duemila pezzi) e, in assenza di una vision sulla città, propone una forma di sviluppo socioeconomico basato sull’agricoltura, sulla quale innestare tutta la progettazione.
Serangelo:
non è possibile implementare il Parco di Bruno perché oggetto di un contenzioso giudiziario.
Moretti:
Manca un’idea della città e manca un’idea forza di tipo progettuale su cui basare la rigenerazione urbana. Propone l’implementazione progettuale dei quartieri disabitati, del progetto “Acqua & Terra” e di rimettere in funzione i numerosi contenitori comunali esistenti nel centro storico.
Misciagna:
concorda per il recupero dei cavati e di Via Giudice Montea e propone il coinvolgimento dei privati anche con opere di convincimento.
Scarnera:
propone il passaggio da interventi esclusivamente urbanistici ad interventi di “Rigenerazione Antropologica”, tenendo bene in conto il fatto che la popolazione che rimane nei centri storici diventa sempre più anziana e quindi sempre più bisognosa di servizi sociali.
Perrucci:
non concorda col progetto presentato perché metodologicamente sbagliato. Chiede di implementare la zona Nord del ponte sulla gravina, chiede di incentrare tutto il progetto sulla gravina anziché sul centro storico; inoltre, non il processo che è stato avviato dall'Amministrazione comunale non lo vede indirizzato allo sviluppo della attrattività e della competitività della città, e quindi distante dal conseguimento degli obiettivi che la Regione Puglia si è impegnata a conseguire nei confronti dell’Unione Europea che sono: coesione, sviluppo socioeconomico, occupazione e sostenibilità. Propone una progettazione che sia inclusiva delle conoscenze e competenze locali sin da questa fase della progettazione che non è ancora sufficientemente partecipata.
Tremamunno:
occorre dare precedenza alla cantierabilità del progetto ai fini per poter acquisire un maggior punteggio in grado di garantire un suo finanziamento/approvazione e chiede nuove proposte.
Perrucci:
se non c’è partecipazione, non c’è conoscenza dei problemi; se non c’è conoscenza dei problemi, non c’è progettazione adeguata. Ripropone ancora una volta l’inclusione di conoscenze e competenze locali già in questa fase del processo. Sarpi: chiede a quanto ammonterebbe il presunto finanziamento e la Scianatico gli risponde 3-3,4 milioni di euro.
Il dott. Perrucci ha anche scritto le sue opinioni sulla serata raggiungibili su
STUDI E RICERCHE DI PIETRO PERRUCCI
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