10 luglio, 2018

Gli intellettuali svedesi lanciano un 'Nuovo Premio per la letteratura 2018' che è agli antipodi rispetto al classico Nobel

Dieci volte meno ricco del suo omologo prestigioso modello, offuscato dalla tempesta Metoo: Gli intellettuali svedesi hanno lanciato un premio Nobel per la letteratura ridotto, fino al ritorno di quello vero il prossimo anno. 

https://www.socialpost.news/national/no-nobel-literature-award-in-2018-due-to-metoo-turmoil/Fondato da 'La Nuova Accademia', questo 'Nuovo Premio per la Letteratura 2018' si colloca come Nobel agli antipodi, secondo i Nuovi Accademici, rispetto ad un vecchio mondo afflitto dai 'privilegi, conflitti di interesse, arroganza e sessismo'. Al contrario, il nuovo premio, celebra i valori di 'democrazia, apertura, empatia e rispetto', per credere ai suoi promotori, poco più di cento finora. 

Le scrittrici Sara Lövestam e Johanne Hildebrandt, la regina dei detective Camilla Läckberg, come l'ex campionessa di salto Kajsa Bergqvist, giornalisti, attori critici hanno firmato questo manifesto passato quasi inosservato, vista la passione della Svezia per la Coppa del Mondo in Russia. 

L'iniziativa cade nel pieno marasma dell'Accademia svedese, un'istituzione bicentenaria che ha attribuito il Premio Nobel per la letteratura ogni anno dal 1901. Contestata per le sue recenti scelte (Patrick Modiano nel 2014, Bob Dylan nel 2016, e Ishiguro l'anno successivo), l'Accademia si é trovata coinvolta nel maremoto Metoo lo scorso autunno, quando 18 donne accusarono pubblicamente il marito francese di un accademica, destinataria di sussidi dall'Accademia, di averle molestate, aggredite o violentate. 

Quest'ultimo, Jean-Claude Arnault, capo di un circolo culturale più elitario della capitale svedese, è anche accusato di 'aver fatto trapelare', i nomi di diversi premi Nobel. 

Paralizzata e beffata in tutto il mondo, l'Accademia ha finalmente annunciato all'inizio di maggio di soprassedere alla premiazione del 2018 del Nobel per la letteratura, prima volta in quasi 70 anni. Mito per romanzieri, poeti e drammaturghi, il premio sarà annunciato insieme a quello del 2019. 

In quel Cenacolo le deliberazioni prese rimangono segrete da mezzo secolo. L'Accademia, con il patrocinio del re Carlo XVI Gustaf ha anche un'immagine ammantata di uno strato spesso di polvere. 

Il suo antagonista intende invece 'creare qualcosa di aperto e inclusivo, permettendo alle persone di esprimersi', dice l'editorialista e presentatrice televisiva Alexandra Pascalidou, co-fondatrice della 'NewAcademy'. 

Il premio - un milione di corone (circa 97.000 euro), poco più di un decimo del premio Nobel - è costituito di un finanziamento partecipato e da mecenati sponsor. Sarà presentato il 10 dicembre, giorno del banchetto Nobel tradizionale al Municipio di Stoccolma in onore dei vincitori dell'anno (fisica, chimica, medicina, letteratura, economia, oltre al premio per la pace assegnato Oslo). 

I candidati saranno selezionati dai bibliotecari di tutto il paese che hanno tempo fino all'8 luglio per presentare un massimo di due nomi. Dal 9 al 31 luglio, si è terrà una votazione elettronica che culminerà in una lista di quattro autori, finalmente decisa da una 'giuria di esperti'. Il vincitore, che dovrà aver pubblicato almeno un lavoro negli ultimi dieci anni, sarà conosciuto il 14 ottobre. 

Il progetto di 'New Academy' è tutt'altro che unanime in Svezia. 'Smaccatamente provocatore', infastidisce Asa Linderborg, responsabile delle pagine culturali del giornale serale Aftonbladet. Gli argomenti morali addotti per giustificare la creazione del cripto-Nobel sono fasulli ai suoi occhi. 'Le idee più ripugnanti' possono far nascere la letteratura più bella, - sostiene -. L'arte deve essere libera. Non puoi metterla nelle scatole del bene e del male. La New Academy ricerca la purezza assoluta (...), la bontà assoluta', dice scherzando. 

Per quanto riguarda il voto popolare, non può che portare ai vertici della letteratura il 'prevedibile, occidentale', là dove le tavole del Nobel sono incise nell'oro. Altri dicono di essere indifferenti alla questione. 'Sono liberi di fare quello che vogliono', dice l'accademico Per Wästberg che reagisce bruscamente al giornalista che lo intervista. 

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