29 dicembre, 2022

Attenzione ai titoli roboanti

Leader di questo, direttore di quello. La superiorità nei titoli di lavoro diventa ridicola e spesso nasconde una realtà difficile. 
 
La tendenza non è sfuggita a The Economist: da diversi anni c'è un'escalation di titoli, tanto che invece di avere a che fare con una receptionist, ad esempio, ci si trova davanti a un ambasciatore (o a un ambasciatrice) di lobby o da un direttore (direttrice) delle prime impressioni. 

La rivista britannica parla di 'flagello' ed evoca il profondo ridicolo di questi titoli pretenziosi e spesso slegati dalla realtà. 

Le ragioni di queste derive ci sono: riconoscere le competenze senza dover aumentare lo stipendio, lottare contro la stigmatizzazione di certe mansioni, ridare valore alle posizioni nel mercato del lavoro, motivare gli interlocutori a prendere qualcuno più seriamente. 

Allo stesso tempo, questi nuovi titoli potenziati possono scoraggiare in anticipo i buoni candidati, soprattutto le donne. 

Questo fenomeno esiste ovunque. Così siamo passati da “colleghi”, “dipendenti” e “staff” a “collaboratori” e “membri del team”. I 'clienti' sono 'membri', anche 'ospiti'. Tutto questo in nome della coesione. 

The Economist sottolinea che i dipendenti dei supermercati Walmart sono chiamati 'associati' e i server di Starbucks sono chiamati 'partner', mentre i dipendenti di Facebook, ora Meta, sono ora conosciuti come 'Metamates'. 

'L'intento alla base di questo tipo di linguaggio è ancora una volta chiaro: creare un senso di sforzo condiviso e mascherare la fredda realtà delle gerarchie aziendali'. 

Ma questo è molto più facile in un clima economico favorevole. Il ridicolo e l'ipocrisia di questo approccio appaiono evidenti in una situazione difficile. 

Licenziato Meta, Starbucks ha lottato affinché i suoi dipendenti non si iscrivessero al sindacato. I simpatici collaboratori non si lasciano ingannare, qualunque siano i loro altisonanti titoli. 

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