09 ottobre, 2015

Gli umani, peggio delle radiazioni! La scienza si interroga.

Uno studio dimostra che la mancanza di persone nella zona di esclusione intorno alla ex centrale nucleare di Chernobyl ha permesso alla fauna selvatica di proliferare. Questi risultati, è bene dirlo, tuttavia, sono controversi. 

http://www.theguardian.com/environment/2015/oct/05/wildlife-thriving-around-chernobyl-nuclear-plant-despite-radiation

"La fauna è abbondante intorno al sito della centrale nucleare di Chernobyl (in Ucraina), nonostante la presenza di radiazioni emesse dalla esplosione nucleare più catastrofica del mondo, sono passati quasi 30 anni", scrive The Guardian

Il quotidiano britannico riporta uno studio scientifico pubblicato Lunedi, 5 ottobre dal sito web della rivista Current Biology. "Gli scienziati riferiscono che non vi è alcuna evidenza di un effetto negativo delle radiazioni sull'abbondanza di mammiferi'', sviluppato da Science Magazine. Secondo loro, la presenza di esseri umani diviene controproducente nel lungo periodo. 

"Quando gli esseri umani si trasferirono (fuori della zona abitabile attorno alla centrale), la natura è rifiorita, cioè anche dopo il peggior incidente nucleare del mondo", dice alla rivista Jim Smith, ricercatore sull'ambiente presso l'Università di Portsmouth nel Regno Unito, che riporta le stesse considerazioni nella sua pubblicazione per mano di un co-autore dello studio. "Ma alcuni scienziati dicono che lo studio ignora i dati mostrando che la contaminazione radioattiva ha avuto effetti nocivi sugli animali a livello individuale", prosegue lo scienziato sulla rivista. 

"Non stiamo dicendo che la radiazione sia un bene per gli animali, ma che la presenza umana peggiora le cose", riferisce ScienceMag, che riporta quanto Jim Smith ha detto durante una conferenza stampa. Vedi anche il Wall street Journal sul nuovo trend a proposito delle visite turistiche nelle zone contaminate da radiazioni, per test nucleari, per esempio. Tutto ciò è possibile! 

Il lavoro dei ricercatori si basa su dati raccolti molti anni fa in Bielorussia. Tra il 2008 e il 2010, i ricercatori bielorussi hanno inventariato il numero di tracce di animali nella neve nella zona di esclusione della zona bielorussa. "Hanno anche contato il numero di animali, in elicottero, nei dieci anni successivi alla catastrofe", riferisce Science. 

L'analisi di questi dati non mostra la correlazione tra i livelli di radioattività e presenza di tracce di animali. Insomma, la questione è lontana dall'unanime consenso. Lo studio di Anders Møllers (Science Direct), che ha diretto nel 2009 sulla parte ucraina della zona di esclusione, invece, ha dimostrato che la quantità di mammiferi decresce quando il tasso di radiazione aumenta. 

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