“Scess jidd ‘o recovere” (che vada lui al ricovero), mi ha detto un signore che di solito sosta dalle parti della panchina della villa antistante al centro anziani, ormai ex centro anziani, della villa. Non so se si riferisse all’assessore preposto o ad altri, di certo fortemente arrabbiato e condiviso da un coro di ultrasettantenni che avevano apprezzato il posto, non particolarmente affascinante ma centrale.
Il ricovero di mendicità, luogo a cui si riferiva, era una vecchia struttura nella quale erano, illo tempore, ricoverati i poveri e derelitti nei pressi del macello, ove ora vi ritornano per una decisione d’imperio e molto discutibile dell’amministratore. Quegli ospiti del centro, al centro, rappresentavano anche un presidio utile per la città, una forma di rispetto per la vecchie generazioni, di gradevole accoglienza, segno di un sereno passare del tempo in civile convivenza. Non so se l’assessore ai servizi sociali di cui mi sfugge il nome, forse perché non brilla di luce propria, almeno in questa circostanza, abbia valutato attentamente questo atteggiamento nei confronti dei suoi concittadini. In questa circostanza offre anche la cifra del comportamento di un’Amministrazione che relega nelle zone lontane le radici di una società, senza neanche interpellarle. La valorizzazione, e perché no, la rigenerazione di un tessuto sociale, oltre che di un centro storico, passa anche da queste piccole cose. Del resto se in questo paese può morire impunemente di fame un bimbo di quattro mesi figuriamoci cosa può accadere agli altri.
Meditate gente! Meditate! Questo valga anche per i signori dell’opposizione in tutt’altre faccende affaccendati e in queste ‘morti e sotterrati’.
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