05 ottobre, 2023

Covid-19: gli organi vitali possono mostrare danni mesi dopo il ricovero

Un nuovo studio mostra che alcuni pazienti affetti da Covid-19 presentano, mesi dopo il ricovero, lesioni su diversi organi. Possono essere colpiti polmoni, fegato e reni, ma il cuore sembra relativamente risparmiato. 
 
https://www.science.org/content/article/months-after-hospitalization-covid-19-mris-reveal-multiorgan-damage
Nei primi mesi successivi all’arrivo di quello che allora era “il nuovo coronavirus”, ci siamo resi conto che la malattia da esso causata era molto più di una semplice polmonite: molti organi potevano essere colpiti. 
La domanda che è sorta dopo è stata: per quanto tempo sono stati colpiti i polmoni, il fegato, i reni e il cuore? 

Uno studio pubblicato il 22 settembre su The Lancet Respiratory Medicine che si basa sull'esame e sul confronto della risonanza magnetica (MRI) ci permette di avere una visione un po' più chiara di ciò che accade pochi mesi dopo l'infezione. 

I ricercatori hanno scoperto che circa sei mesi dopo essere stati infettati, circa il 60 per cento dei pazienti ospedalizzati presentava anomalie in più organi, in particolare cervello e polmoni, rispetto al 27 per cento delle persone che non avevano mai contratto la malattia”, riferisce Science. 

Questi risultati sono coerenti con altri pubblicati all’inizio dell’anno, che evidenziavano, utilizzando altri metodi, lesioni su diversi organi dopo l’infezione da Covid-19. 

Contro ogni aspettativa, tuttavia, gli scienziati non hanno notato alcuna differenza nelle condizioni del cuore. Lavori precedenti avevano evidenziato gli effetti della malattia sul miocardio, ma questi nuovi risultati suggeriscono che questo organo si riprende in tempi relativamente brevi. 

Linda Geng, medico-scienziata della Stanford University School of Medicine che non è stata coinvolta nel lavoro, e altri esperti intervistati da Science sottolineano che lo studio rivela solo associazioni tra Covid-19 e danni agli organi, ma non dimostra un nesso causale o spiegare un meccanismo sottostante. 

Alcuni notano anche che, sebbene la risonanza magnetica sia un buon strumento per fornire informazioni sulla condizione di un organo, non dice nulla sulla salute del paziente. 

Ad esempio, i ricercatori non hanno identificato una relazione tra lesioni epatiche osservate alla risonanza magnetica e sintomi gastrointestinali o dolore addominale. 

Nonostante questi limiti, studi come questo forniscono dati importanti, insiste la rivista scientifica, e “testimoniano la necessità di affrontare le cure post-Covid da una prospettiva multidisciplinare, tenendo conto del paziente nel suo insieme”, assicura Linda Geng. 

Quest’ultima aggiunge: “I medici dovrebbero essere vigili riguardo al potenziale danno multiorgano nel contesto dell’infezione da Covid-19”.

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