05 dicembre, 2020

i topi con una vista ripristinata aprono nuove strade contro l'invecchiamento

Riuscendo a far riacquistare la vista ai topi, i ricercatori stanno offrendo indizi per immaginare una "inversione" del processo d'invecchiamento. 

"Le cellule invecchiate e danneggiate ricordano la loro giovinezza?


Un team di scienziati di diverse università americane è riuscito a riprogrammare i neuroni negli occhi dei topi in modo che fossero in grado di riprendere la vista, che era stata danneggiata in particolare ai fini dell'esperimento. 

Questa "riprogrammazione" ha reso questi neuroni più resistenti ai danni, per un verso,  dall'altro, li ha resi in grado di ricrescere dopo la lesione, come fanno le cellule nei topi più giovani. 

Lo studio descrive tre diversi tipi di esperimenti condotti. "In questi tre cicli, le cellule sembrano aver reagito ai fattori di riprogrammazione: hanno aggiustato l'espressione dei loro geni in modo da ritrovare uno stato giovanile", interpreta il biologo molecolare David Sinclair della Harvard Medical School, che ha pilotato lo studio. 

Questo lavoro suggerisce che le caratteristiche dell'invecchiamento risiedono nell "epigenoma", cioè gli "strati" di informazioni complementari ai geni che definiscono come saranno usati o meno. 

"I fattori epigenetici influenzano il nostro metabolismo, la nostra sensibilità a varie malattie e persino il modo in cui il trauma emotivo viene trasmesso di generazione in generazione", spiega la rivista scientifica. 

È in questo contesto che David Sinclair, ricercatore di lungo corso di strategie anti-età e fondatore della società Life Biosciences, che sviluppa trattamenti per malattie legate all'età, incluso il glaucoma, si è messo alla ricerca di segni del tempo nelle caratteristiche epigenetiche. 

Per Maximina Yun, specialista in biologia rigenerativa presso l'Università di Tecnologia di Dresda, che non è stata coinvolta in questo lavoro:
"L'idea che le cellule che invecchiano conservino un ricordo dell'epigenoma sin dalla loro giovinezza è molto provocatoria". 

Secondo lei, il nuovo studio "supporta questa idea, ma non la dimostra". Inoltre, riprogrammare le cellule per riportarle a uno stato "precedente" comporta il rischio di provocare una crescita cellulare incontrollata e, con essa, il cancro, avverte Science. 

Altri studi dovranno replicare il lavoro di David Sinclair e dei suoi colleghi, ma anche verificare che le cellule riprogrammate restino giovani nel lungo periodo. "Ci sono molti percorsi da esplorare", conclude Maximina Yun.

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