23 aprile, 2011

Rino Vendola, intervista da Verdetto: Dalla fiera alla cola cola, da S. Cecilia al PIRP. La mia città, Gravina

Vi propongo una sintesi di un’intervista da Verdetto n.1 aprile 2011 distribuito durante l’ultima fiera di San Giorgio
rino Vendola


Intervista all'avvocato Rino Vendola, già sindaco ed ora consigliere dell'opposizione.

D. Assistiamo in questo momento storico a numerosi crolli…

abbiamo la fortuna di vivere, di essere fruitori di un museo all'aperto, un paese straordinario con incomparabili bellezze naturalistiche, artistiche... era la casa degli Orsini… che permette di attraversare i secoli scendendo e salendo, sopra e sotto, in lungo e in largo per i quartieri antichi. Abbiamo ancora segni del 300, del 500 se si va a Fondovito, Santa Lucia, Calderoni Martini fino ad arrivare al 700. … Se non hai la cultura della tua città, la cultura profonda dell'anima della tua città come puoi pensare di fare qualcosa?! Da dove cominci? Purtroppo registro che questo tipo di cultura manca …

D. Quali erano i suoi progetti a tal proposito?

R. Avevo avviato un piano regolatore ‘senza edilizia’. Che significa? Chi governa una città si deve porre il problema del futuro. … Per una città medio-grande, come Gravina, pensavo allo sviluppo economico e non all’edilizia tout court … Per esempio, nel centro storico, avrei usato Santa Cecilia per realizzare un'opera fruibile dai giovani … scrissi una lettera al vescovo per averla in comodato d'uso e realizzarne un teatro. II vescovo rispose dicendo che la Chiesa non concede comodati e pensa da sé al conservazione dei propri beni. Il risultato è sotto gli occhi di tutti (crollo sagrestia, n.d.r.).
Progetti non facili se si pensa che ‘andare al comune’,per alcuni, significa cambiare le sorti della propria vita, sbagliando ... Puoi metterti d'accordo con lo stampatore, gli fai fare una fattura da € 10.000,00 e ne ricavi 5.000,00, oppure l'imprenditore vuole fare un casa abusiva e ti prendi la tangente di € 10.000,00 ma niente di più. Purtroppo questa cultura è diffusa e dura a morire.

D. Come è nata l'idea della ‘cola cola'

R. lo mi stavo interessando per l'allargamento dell'Unesco da Matera a Gravina. Ci fu un consiglio comunale a Matera in cui si progettava di inserire il territorio di Gravina nell'Unesco. Una sera mi venne riferito dall’allora primo cittadino di Matera, nonché amico, che desiderava porre la cola cola all'ingresso della città, gli feci notare che la cola cola, in realtà, è simbolo di Gravina, ribattè che viene adoperato durante la festa mariana di Picciano, in territorio di Matera quindi …. Per evitare lo scippo e la beffa decisi di metterlo all'ingresso li dov’è ora. L’intento di rafforzare l’identità di una città è stata la cifra dei miei tentativi in quegli anni, la mia città con tutti i suoi patrimoni materiali ed immateriali in un'operazione di forte recupero di identità. Perché saltasse agli occhi anche sulla carta geografica.





D.717A fiera di San Giorgio, evento importante per la nostra città?

R. La fiera con me è diventata regionale. Perché? Forse fra cinquant'anni si capirà meglio cosa fu messo in cantiere per la mia città. Adesso c'è ancora polemiche ma basta leggere le delibere per rendersi conto di quello che è stato fatto e di quello che è stato abbandonato. Non parliamo poi del piano di recupero delle periferie, piano che faceva diventare il comune di Gravina milionario, ma abbandonato (leggi PIRP n.d.r.). L’unica strada da percorrere è quella che torna nel centro storico. Sento dire che questi amministratori vanno alla ricerca di aree per realizzare una Gravina 2, una San Basilio 2 ... niente di più sbagliato, "una porcheria". Questa città diventerebbe una necropoli. Se questa città è abitata, vissuta, continuerà a vivere. E' la vita che deve riprendere, i vicoli devono tornare ad animarsi. Capisco che non è una cosa facile perché oggi è più semplice costruire, però li c'è la ricchezza delle imprese artigiane, lì c'è l'occupazione, c'è l'economia, c'è il lavoro che dura nel tempo. Gli ispettori dell'Unesco che venivano a guardare la mia città dicevano che è straordinaria ma troppo degradata!

D. Tre anni di amministrazione Vendola ... ha qualche rimpianto?

R. Il mio rammarico è di non aver potuto portare a termine tutti i progetti, ma la colpa non è mia quindi sono abbastanza tranquillo… se qualcuno mi chiedesse se ripeterei l'esperienza risponderei negativamente, è molto faticoso. Si ha un grande peso sulle spalle, sapere che molto dipende da te, il futuro della città … non ti lascia dormire tranquillo. Percepivo, allora, il senso tragico della fatica, della responsabilità, uomo come gli altri, visto come ingiusto mentre perseguivi la legalità, in un paese dall'illegalità diffusa. E' difficile governare questa città in termini positivi mettendosi in un'angolazione di legalità. Ti paga con I'ingratitudine. Per me è stata una bellissima esperienza ma da non ripetere.
Ma lei visiterà la fiera?
No ... non vado in fiera. La mia fiera durava sei giorni...

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