22 aprile, 2011

I vespri Tufari. Siamo tutti tufi. Preghiere e filastrocche contro l'abbandono del patrimonio della città di Gravina.

I vespri di questa settimana santa sono tufari. Là dove la casa crollò, vicino al cosiddetto bastione, nei pressi del più famoso ponte acquedotto, preghiere e filastrocche dialettali, messe in musica scandiranno l’ora canonica dei rituali religiosi del vespro.


http://www.gravinalife.it/magazine/eventi/esibizione-musicale-vespri-tufari/
‘Siamo tutti tufi’, l’ultimo virgulto dell’associativismo gravinese, dopo l’assemblea sul degrado del centro storico, sul far della sera trasforma in versi ed arte varia lo struggente amore per la città. Se non fossero proprio loro a fare questa cosa avrei pensato ad una ulteriore drammatizzazione del degrado, di cui francamente non c’era bisogno.
Sin dai tempi dell’occupazione di Botromagno, quando i nostri eroi non erano ancora nati, le vestigia della nostra storia sono state sempre oggetto di grande amore e di attenzione oltre che di lotte piuttosto forti, talvolta anche violente, contro l’insensibile potere.

  I resti abbandonati del Piaggio, fondo Vito, per non dire del parco archeologico sono eloquente testimonianza di qualcosa che non va in questo borgo di Puglia, che bisogna cambiare registro, metodo e strategie se si vuole raggiungere il risultato.
Non so se potrò unirmi in preghiera e, disciplinatamente, alle danze della pioggia per scongiurare il dio o il destino di essere clemente, peraltro sicuro dalla bontà di quel che si andrà a fare.
Eumenidi-GrotteSMichele-20-09-07-45.jpg immagine beppedeleonardisQualcuno non sa che Marte, padre di Romolo e Remo, era dio della pioggia, della natura, della fertilità, proteggeva il suo popolo e, per questo, guerriero, guida di uomini. A lui, dio di primavera, erano le manifestazioni di adorazione. Nel periodo Romano divenne dio della guerra, forse perché si capì che era meglio così.
Chissà che evocato dalla incalzante new age non ci convinca che con le preghiere e le danze si ottiene meno che con una sana e gloriosa guerra magari anche santa, come la terra su via Irsina massacrata dalla più immonda delle barbarie. 
Anche lì ci sono i fufi, circondati, accerchiati ... Ma non fanno più notizia.

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