09 giugno, 2017

Perchè tutte 'ste tenerezze in pubblico? Nel 90% del mondo ci si bacia pubblicamente.

Perché abbiamo bisogno di mostrare in pubblico le nostre effusioni? Agli americani piace parlare per sigle e le chiamano PDA, ovvero "Public Display of Affection - dimostrazione pubblica di affetto". 

http://www.livescience.com/27245-sexual-displays-increase-reproductive-fitness.htmlQuesta categoria di pubblica manifestazione riguarda diverse situazioni, più o meno imbarazzanti per chi osserva: tenersi per mano; baciarsi; coccolarsi; accarezzare (più o meno) delicatamente il viso dell'altro/a; strofinarsi davanti a tutti (il peggiore di tutti). 

Sono cose delle quali, a volte, siamo testimoni, un po' dappertutto. Nei sottopassaggi, giardini pubblici, treni dove una coppia bacia golosamente a soli due centimetri dal nostro viso, mentre il treno è affollato o nel nostro bar preferito. 

In tutto il mondo ci si bacia nel 90% delle culture. Ma, a seconda del paese di origine, è più o meno accettato il mostrare affetto al partner in pubblico. 

Si potrebbe pensare che i PDA siano un fenomeno tipicamente occidentale. Questo è sbagliato. Negli Stati Uniti, ad esempio, dare un rapido bacio al coniuge non è scioccante, però galocher o strofinarsi troppo in pubblico, non va proprio per la maggiore. In ogni caso, molto meno che in Europa. 

Su internet, seguito da un sacco di commenti è possibile vedere video americani di "PDA". Molti sono gli esempi che fanno discutere. Basti dire che quando è lo stesso presidente, che si abbandona a un tale spettacolo di affetto, le chiacchiere diventano ancora più intense. 

Lo scorso luglio, Barack Obama aveva abbracciato la moglie, Michelle, durante una partita di basket e il loro bacio fu trasmesso sul grande schermo dedicato ai baci. 
Una cosa folle, per molti giornali di lingua inglese che si sono precipitati a scrivere senza mezzi termini articoli sull'argomento (seguiti da alcuni colleghi europei). É abbastanza divertente da immaginare tutto questo in Europa, se lo si trasponesse in Francia i titoli che si potrebbero leggere, diciamolo ormai al passato, sarebbero stati: "François Hollande abbraccia Valerie Trierweiller nel corso di una partita di calcio". 

Perché ci baciamo è noto. Alcuni studi sono stati fatti in proposito, sciorinati nelle diverse salse e spiegati, (a proposito,
 uno studio sul tema dell'INSEE).

In sintesi si tratta di: 
  • selezionare  il partner, la bocca è piena di informazioni ("gusto, odore, informazioni sul nostro stato di salute");
  • stabilire un legame e rinforzarlo; 
  • aumentare le opportunità di avere rapporti sessuali. 
Detto questo, perché abbiamo bisogno di mostrare tutto questo in pubblico? 

Perché ci prende come la voglia di fare pipì, quando non siamo in grado di trattenerla, per marcare il nostro territorio, a volte, o perché una volta abituati ad abbracciare l'altro è difficile fermarsi. 

A queste ovvie spiegazioni ora si aggiungono quelle di uno studio di una ricercatrice americana Maria R. Servedio. La Biologa evoluzionista della North Carolina University, Chapel Hill, ha osservato, tra gli animali monogami, come alcuni uccelli siano anch'essi appassionati di DPA. 

Lo ha detto alla rivista scientifica britannica Live Science"É abbastanza evidente che abbiamo bisogno di esibirci per attirare un partner. Ma, una volta conquistato qual è la necessità per cui ci si dovrebbe avventurare nel continuare a farlo?". 

La sua domanda risulta ancora più pertinente se si pensa che questa mancanza di discrezione, espone gli animali ai predatori. 

Sulla base dei risultati di vari studi precedenti, la ricercatrice ha scoperto che, in realtà, questi comportamenti sono spesso legati alla prole. 

In effetti, nelle specie monogame, le coppie sono meglio attrezzate nell'allevamento della prole più che gli "individui" isolati. 

Spesso, due uccelli in coppia riescono ad educare più di due figli, mentre uno isolato riesce ad educarne uno alla volta. 

Le specie monogame pertanto beneficerebbero del fatto di essere una coppia, continuare ad esserlo e farlo sapere. 

Maria Servedio scrive, quindi, che queste manifestazioni che si producono al momento della costituzione della coppia si sono "evolute" per continuare anche dopo. 
"Stimolando il partner e aumentando il suo livello di investimento nella formazione dei piccoli". 

Secondo un altro ricercatore americano, del Colorado, possiamo immaginare lo stesso meccanismo nell'uomo. Salvo che in quest'ultimo le differenze culturali e sociologiche ne sfocano alcune tracce. 

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