24 giugno, 2017

Gli stilisti vestono le donne del Golfo per il Ramadan.

L'alta moda realizza collezioni speciali per le clienti del Golfo che praticano il Ramadan. 
https://twitter.com/EsmodDubai/status/874269557904551936
Le principali marche di moda, Dolce & Gabbana o Michael Kors, corteggiano sempre più le donne musulmane dei paesi del Golfo, dove il Ramadan è diventato l'occasione per presentare le collezioni speciali a loro destinate. 

Mese dedicato alla riflessione spirituale, il Ramadan è anche un'occasione far festa, la sera, quando la famiglia e gli amici si riuniscono per rompere il digiuno. 

Ma per molte donne del Golfo è diventata sempre più forte la passione per la moda sotto l'influenza dei social network e dei blogger specializzati e vogliono indossare abiti diversi per ogni notte di Ramadan. 

Alcuni nomi del lusso e della moda hanno deciso di espandere la propria clientela di base in questa regione che è già tra le più grandi acquirenti di case di moda e ready-to-wear, per creare le proprie linee dedicate, molto popolari nelle feste del Ramadan, che comprendono tra l'altro abaya o hijab. Collezioni "dedicate" in edizione limitata. 

Il mercato sembra essere molto promettente: Le spese dei musulmani per abbigliamento e calzature dovrebbero rappresentare nel 2019 circa 500 milioni di dollari (pari a circa 450 milioni di euro), secondo Tamara Hostal, Direttrice del "fashion marketing" alla Scuola di Moda ESMOD di Dubai

La compagnia DKNY americana ha fatto da battistrada in questo campo lanciando nel 2014 una speciale edizione del Golfo in occasione del Ramadan. 

Altri marchi si sono affrettati sulla scia, come Dolce & Gabbana nel 2016 che ha presentato una notevole collezione chiamata "Abaya" con abiti che coprono ampiamente il corpo soddisfacendo i criteri della cosiddetta moda "pudica", fiori e ricami ricordavano il tocco italiano. 

La casa giapponese Uniqlo, l'americana Michael Kors o le catene Mango e Zara hanno anche loro investito in questa nicchia di mercato. Nike sta preparando un hijab sportivo per il 2018. 

Per dare la migliore visibilità possibile alle loro collezioni, i marchi scelgono di lanciare i loro prodotti, spesso, in connessione con i blogger, proprio prima del Ramadan, che si è svolto quest'anno dal 26 maggio al 24 GIUGNO. 

La designer americano-venezuelana Carolina Herrera ha scelto di andarvi nel mese di maggio con la sua prima collezione in esclusiva per la regione del Golfo, con quattro stili di abaya e fantasie a pois o pizzo. 

Il marchio di lusso ha anche rivelato una collezione autunno-inverno in previsione della festa di Eid al-Fitr, dal 25-26 giugno, con "lunghi abiti in pizzo nero, rosso o giallo mimosa che possono essere abbottonati fino al colla o con scollatura più o meno marcate e per ogni donna", dice un rappresentante del marchio. 

"Si tratta di un nuovo mercato, nel quale noi raccogliamo i feedback della nostra prima collezione", ha detto la direttrice del marketing regionale per CH Carolina Herrera. 

"In genere, i clienti non comprano qui se il design è troppo semplice", aggiunge. Per la stilista Aiisha Ramadan, che ha vestito le cantanti Jennifer Lopez e Christina Aguilera, nonché l'attrice Zendaya (Spider-Man), i marchi internazionali hanno un approccio intelligente "avvicinando, nelle case, le donne arabe (Golfo) con kaftani e abaya". Soprattutto se queste si avvicinano alla "nostra cultura" con rispetto, ha detto. 

"Ci sono così tante opportunità: il prêt-à-porter, attira le clienti alla ricerca di un guardaroba classico e casual. Poi ci sono le abaya di moda che attirano chi vuole distinguersi", dice nel suo laboratorio a Sharjah negli Emirati Arabi Uniti mentre indossa un brillante caftano rosa ornato con una collana d'oro con una calligrafia araba. 

Ma questa tendenza solleva delle critiche, in particolare di quelle che parlano di alcuni designer a volte superficiali nelle pratiche di marketing, a volte sprezzanti, perchè prive della necessaria comprensione per la cultura del Golfo. 

Mentre alcuni progettisti pensano di creare una linea dedicata, altri pensano di "mettere solo un paio di maniche ad una collezione, allungare il fondo di un vestito" per poter dire "questa è una collezione per il Ramadan", tanto da far insorgere un giovane ed influente blogger nel mondo della moda nel Golfo. 

"Francamente, è offensivo", è il commento di una che preferisce rimanere anonima per motivi professionali. Da una terrazza di Dubai, con gli occhi protetti da occhiali da sole, di un marchio di lusso francese, lei, descrive se stessa come sia un musulmana praticante e "Fashion Victim". 

Per Aiisha Ramadan, è inevitabile che le tradizioni culturali e religiose si adattino progressivamente. "L'abaya è nata come tradizione che incarna una forma di pudore" nell'abbigliamento, ma oggi "si sta evolvendo oltre il semplice nero". 

"É solo una questione di tempo perchè si veda che le donne d'occidente accettino le abaya nel loro guaradariba". 

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