15 marzo, 2016

Contraccezione forzata per le schiave del sesso dello Stato Islamico

Le schiave del sesso che sono riuscite a fuggire descrivono i metodi "moderni" utilizzati per lo stupro sistematico.
http://www.nytimes.com/2016/03/13/world/middleeast/to-maintain-supply-of-sex-slaves-isis-pushes-birth-control.html?utm_source=nextdraft&utm_medium=email&_r=0
Trentasette ex schiave del sesso dello Stato islamico in Siria e Iraq hanno rivelato nelle pagine del New York Times l'uso diffuso di contraccezione durante la loro prigionia, somministrata con la forza alle ragazze e donne dai loro proprietari "per abusarne di più e più spesso". 

Lo stupro come tortura, è stato ed è ancora ampiamente usato come arma di guerra in Siria da alcune parti nel conflitto che ha devastato il paese per cinque anni.

Stando alle pubblicazioni ufficiali del gruppo Stato islamico, un uomo può "legalmente" violare le sue schiave in quasi ​​tutte le circostanze.

https://twitter.com/genocide74La regola dice che non si abusi se la gravidanza è in corso, e non siano rivendute, se hanno dato alla luce dei bimbi. L'introduzione di metodi "moderni" di controllo delle nascite e aborti forzati evita queste situazioni: tra le 700 vittime Yezidi, identificate dopo la loro fuga o rilasciate in un centro di salute delle Nazioni Unite, il 5% è rimasta incinta durante la prigionia, un tasso sorprendentemente basso. 

M., di 16 anni, dice che il suo aguzzino le diede una scatola di compresse poco dopo essere stata acquistata. "Ogni giorno ho dovuto prendern una davanti a lui. Mi ha dato una scatola al mese. Quando non ne avevo più, mi rimpiazzava la scatola. Quando sono stata venduta ad un'altro uomo, la scatola è venuta con me". Solo dopo mesi ha capito che si trattava di pillole anticoncezionali. Un'altra giovane donna ha descritto come l'uomo che l'aveva comprata le aveva somministrato un contraccettivo, il Depo-Provera, con una puntura nella coscia. 

Il fratello di una vittima ha riferito che sua sorella riceveva dai suoi carcerieri un farmaco destinato ad indurre un aborto spontaneo, mentre cominciava il suo secondo trimestre di gravidanza, perchè potesse essere violentata una volta liberata del bambino. Era riuscita a far credere che inghiottìva le pillole, ma in realtà le nascondeva sotto la lingua. Attualmente è ricoverato in ospedale, dopo essere riuscita a fuggire. 

Alcuni intervistate hanno riferito che capivano quando i loro aguzzini stavano per rivenderle quando era loro richiesto di sottoporsi ad un test di gravidanza. "Un risultato positivo significava che portavano in grembo il bambino del loro stupratore. Un risultato negativo invece permetteva ai membri del gruppo di Daesh di continuare a stuprarle o rivenderle". 

Nel complesso, le prove indicano il rispetto di queste "regole" dipendeva dalle circostanze. L'ultima vittima, di 20 anni, era già incinta quando è stata rapita. Nonostante questo lei dice di essere stata violentata più volte dal suo padrone. Racconta:

"Gli ho detto: 'Non hai il diritto di farlo'. I suoi occhi erano iniettati di sangue. Si comportava come se fosse drogato". Dopo aver cercato di costringerla a ricorrere ad un aborto e pestata più volte nello stomaco, è riuscita a fuggire. Il suo bimbo è nato al sicuro, sani, due mesi più tardi. 

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