Lo riporta la rivista americana Wired, il professor John Heidemann della University of Southern California, con la sua squadra, ha mappato il ritmo quotidiano di Internet nel mondo. Per far questo, gli esperti nello studio su larga scala di Internet, hanno eseguito il ping (invio di un messaggio da un computer ad un altro), ogni undici minuti, ai quattro miliardi di indirizzi attivi sul pianeta. Sono stati, così, in grado di stimare i luoghi e i tempi in cui tali indirizzi erano inaccessibili.
Risultato, si osservano differenze evidenti: negli Stati Uniti ed Europa, Internet non dorme mai. In Asia, Africa e Sud America, i collegamenti si fermano di notte forse perché i bar chiudono o perché i router di casa sono spenti. I ricercatori vedono una correlazione perfetta tra la povertà di un paese e il sonno notturno del proprio Internet.
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