03 marzo, 2014

Lo stress e la scarsa professionalità degli infermieri è causa di morte in una alta percentuale di pazienti


Aumenta la mortalità dei pazienti per lo stress degli infermieri.
La vita dei pazienti potrebbe essere in gioco quando il personale infermieristico è oberato di lavoro, secondo uno studio condotto in nove paesi.

Uno studio pubblicato sulla rivista medica The Lancet, mette il dito su un punto dolente, sulle influenze dello stress sulla vita dei pazienti dell'ospedale, mentre in molti paesi, i bilanci della sanità sono sotto pressione.
           
I ricercatori hanno trovato tassi di sopravvivenza dopo l'intervento chirurgico in 300 ospedali e messi in relazione al carico di lavoro e al livello di formazione degli infermieri. La chirurgia ha coinvolto più di 420.000 pazienti in oltre 50 anni che hanno subito operazioni di routine come anca, ginocchio, interventi vascolari o appendicite.
        
Il numero di pazienti deceduti in ospedale entro 30 giorni dal ricovero è risultata molto bassa in media: 1 a 1,5%, a seconda del paese. All'interno dello stesso paese, il tasso di mortalità è molto variabile, comunque: meno dell'1% in alcuni ospedali, supera il 7% in altri.


Due sono i fattori principali legati alla più alta mortalità, il maggior carico di lavoro e un più basso livello di formazione degli infermieri. In Spagna e Norvegia, per esempio, tutti gli infermieri hanno il livello equivalente di licenza, un corso di laurea universitario. Questo tasso è solo del 28% in Inghilterra.
           
Negli ospedali in cui ogni infermiere è responsabile di sei pazienti in media e dove il 60% o più della squadra ha un alto livello di formazione, il rischio di morte del paziente, entro 30 giorni è meno di un terzo di quelli dove ogni infermiere deve sopportare otto pazienti in cui solo il 30% hanno questo livello.
           
Ad ogni ulteriore paziente per infermiere corrisponde un aumento del 7% del rischio di morte per il paziente. I ricercatori calcolano che ogni aumento del 10% di presenze in più di infermieri qualificati produce una riduzione del 7% della mortalità.
              
Il ridimensionamento del personale infermieristico per risparmiare denaro potrebbe influire sulla salute dei pazienti, avvertono, nello studio, gli autori. Maggiormente pongono l'accento sulla formazione della professione perchè potrebbe ridurre i decessi ospedalieri evitabili.

"Questi risultati suggeriscono che un infermiere di alto livello può contribuire a ridurre la mortalità chirurgica e sfida l'idea diffusa che l'esperienza degli infermieri è più importante della formazione e istruzione", ha detto Linda Aiken (Stati Uniti - professore alla University of School of Nursing della Pennsylvania) in un comunicato che accompagna l'articolo su "The Lancet".
           
Lo studio è stato condotto in Belgio, Inghilterra, Finlandia, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Svezia e Svizzera. Canada e Stati Uniti, gli studi in questo senso abbondano e conducono nella stessa direzione.

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