10 ottobre, 2011

Gravina - Gli Stati generali delle Attività e dei Beni Culturali a Gravina.


Così recitava un documento di qualche tempo fa. Una rivoluzione d’intenti: 

La convocazione in tempi brevissimi degli Stati generali delle Attività e dei Beni Culturali che veda impegnati tutti i Consiglieri, le Associazioni ed i movimenti spontanei creati a difesa del nostro patrimonio… sensibilizzare il Governo Nazionalc. la Regione, la Provincia, la Sovrintcndenza ed ogni Ente preposto ad adottare ogni utile provvedimento a tutela del centro storico della città di Gravina in Puglia.
Leggi tutto il documento


Tanto si leggeva nel documento (bipartisan), il ponte acquedotto … i resti dei crolli … la pazienza dei cittadini … a che punto stanno? Era opportuno che la giunta si dimettesse in momenti molto seri come questi? (Per chi non lo sappia ancora la giunta non c'è. Si è dimessa)





Che cosa bolle in pentola di cui si percepiscono i brontolii e  che serpeggia nella città? 
Furono i crolli metafora di una temperie o presagio di un futuro? 
Quel che fu detto in quel documento, non realizzato, o semplicemente spostato negli archivi, può autorizzare l’ipotesi che quanto arde sotto la cenere della gente venga a breve espresso nelle volontà di una parte più responsabile dei rappresentanti del ‘terzo stato’ (per stare alla metafora degli stati generali), stufo di aspettare? 

Se queste antenne sono ancora capaci di intravvedere quanto accade direi di sì

Qualcosa sta accadendo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

A proposito di stati generali per i beni culturali ecco una nota scritta dallo scrivente dopo il crollo di via giudice Montea.

Credo sia importante fare anche delle PROPOSTE CONCRETE che elenco qui in questa mia nota-intervista già pubblicata su GravinaLife

1) Chiamare immediatamente la facoltà di architettura e/o di ingegneria per fare perizie su Via Giudice Montea e sul ponte per mettere in sicurezza l'intera zona;

2) Riaprire al più presto il passaggio del bastione medievale, oggetto di ristrutturazione da oltre due anni, ancora chiuso e ricco di umidità, che ha ancora bisogno degli ultimi lavori di sistemazione;

3) Permettere la rimozione dei detriti della casa crollata mettendola in sicurezza per poter ritornare ad ammirare Gravina attraverso via Giudice Montea considerando che quello che è venuto giù probabilmente era parte delle cinta muraria che non sarà mai più ricostruita com'era;
4) Verificare al più presto altre situazioni simili nel Rione Fondovico e Rione Civita attraverso i cui vicoli spesso si affacciano i turisti.

Sarebbe allucinante pensare che i turisti in visita nella città di Benedetto XIII possano essere vittima di un incidente causato da crollo o dal basolato divelto delle strade, che ostacolano il passeggio. Perché aspettare che le cose accadano per agire?!
Saluti.
Piero Amendolara