"L'attenzione si è spenta. Riaccendiamola", così intitola Emanuela Grassi per gravinalife (link) il suo pezzo sui Tufi di Gravina.
I ragazzi del dopocrollo che non riescono a rassegnarsi alla perdita di interesse dell’Ente pubblico per le sorti disastrate del centro storico e, in questa circostanza, anche della cittadinanza, precariamente assente (momentaneamente in-attiva), si sono ritrovati giovedì 6 settembre alle officine culturali.
Serangelo, l’assessore, presente, in odore di dimissioni, tessè le lodi dell’amministrazione per aver dato alla luce il piano per la rigenerazione, peccato che nessuno gli abbia chiesto da qual parte avrebbe preso unmilione e quattrocentoquaranta (euro + euro meno) per far decollare ‘sto piano. E’ la seconda volta che capito in un convegno sul tema e nessuno chiede questa cosa, forse devo essermi distratto.
Ero al test quotidiano di tristezza, quella sera, a dispetto della necessaria grinta per le operazioni di rivalsa. Mi sto convincendo che l’approccio convegnistico alle cose, pur necessario alla divulgazione e partecipazione offra spunti per rituali più che argomenti o soluzioni. A meno chè la reiterazione dell’evento non abbia in sé i germi della soluzione.
‘… lo stesso mettere le chianche a regola d’arte può fare la differenza – diceva Rino Vendola, già sindaco di Gravina – … in una città di foggiane, grotte, cantine, vuoti, dove una qualunque bolla d’acqua sotterranea può provocare un disastro, la soluzione è un accordo di programma – diceva rivolto a Luigi Serangelo – con la Regione che studi la situazione affiancata dall’Università, come quello del 2008… evitando il rischio di parlarci addosso. ... Prima di amministrare una città bisogna conoscerla a fondo – sempre rivolto all’ass. ai LL.PP. –.
Il convegno si è concluso con un impegno a rivedersi di nuovo per non far calare l’interesse sulla situazione.
Le foto della serata
Io credo che debba aver fine la serie delle 'prove quotidiane di pessimismo' (G. Bocca, l'Espresso), l'attesa infinita dell'occhio benevolo del potere, incapace di vedere le necessità della società e di intraprendere azioni di 'sussidiarietà per i giovani in affanno' (M. Draghi). Pur se convinto che sia 'mamma Gravina' che deve rivolgere il suo occhio benevolo o la mammella ristoratrice, si debba cominciare ad essere società evitando di essere unici detentori di verità rivelate e cominciare a non quardare gli altri come concorrenti o, peggio, cedere alla lusinga di essere i primi della classe. Così non si va da nessuna parte.
Dovremmo cominciare ad indignarci tutti insieme per lo spettacolo indecoroso che ci è offerto ogni giorno abbattendo senz'indugio le forme di giovanilismo di retroguardia che francamente hanno rotto.
I giovani ci sono si facciano avanti.
Nessun commento:
Posta un commento