Un tempo bigio ha salutato questo 1° maggio 2011, perfettamente in linea con la temperie economica e politica. Crisi e poi sempre crisi nei discorsi dei sindacalisti e del governo della città, mentre il popolo a debita distanza (non ne ho capito il perché) ascoltava sotto la cappa plumbea del cielo
Questa volta al palco, in piazza della Repubblica, hanno parlato due precari con una grinta, nè poteva essere altrimenti, che ha forse svegliato l’uditorio, pensoso sulla efficacia, memore dei recenti dibattiti nazionali, di una tale ricorrenza e grazie a questo intervento probabilmente ricreduto.
Il resto della manifestazione si è svolto secondo copione: da Canio Musacchio, Giuseppe Di Vittorio, Piazza della Repubblica
Ho ricevuto copia del discorso di Gaspare Loverre (Rino), uno dei due precari (Rino, vedi foto in alto a destra con Leonardo Mita):
E' sicuramente una forte emozione, un onere ed un onore stare a parlare per la prima volta su un palco.
Sono qui a rappresentare il lavoratore dei nostri tempi “il precario”, che è la condizione del lavoratore che questo governo padrone sta consolidando.
Un governo che non taglia e non tocca i privilegi, ma risparmia sulle persone più umili, servendosene quando ha bisogno, licenziandole quando le ritiene superflue, pagandole con un salario molto misero e in più con aumenti stipendiali bloccati da anni a dispetto di un caro vita galoppante.
Sono già da 7 anni un precario della scuola pubblica (e sottolineo pubblica perché tutto ciò che è pubblico a me piace, come la sanità pubblica, come l’acqua pubblica, nonostante gli sprechi ed i soprusi che, se si vuole, si possono benissimo eliminare), con il patema d’animo, ogni anno, di non avere la certezza di essere richiamato al lavoro, di non avere la dignità di persona qualificata, (sei un precario) quindi, dico io, persona non attendibile.
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Questa volta al palco, in piazza della Repubblica, hanno parlato due precari con una grinta, nè poteva essere altrimenti, che ha forse svegliato l’uditorio, pensoso sulla efficacia, memore dei recenti dibattiti nazionali, di una tale ricorrenza e grazie a questo intervento probabilmente ricreduto.
Il resto della manifestazione si è svolto secondo copione: da Canio Musacchio, Giuseppe Di Vittorio, Piazza della Repubblica
Ho ricevuto copia del discorso di Gaspare Loverre (Rino), uno dei due precari (Rino, vedi foto in alto a destra con Leonardo Mita):
E' sicuramente una forte emozione, un onere ed un onore stare a parlare per la prima volta su un palco.
Sono qui a rappresentare il lavoratore dei nostri tempi “il precario”, che è la condizione del lavoratore che questo governo padrone sta consolidando.
Un governo che non taglia e non tocca i privilegi, ma risparmia sulle persone più umili, servendosene quando ha bisogno, licenziandole quando le ritiene superflue, pagandole con un salario molto misero e in più con aumenti stipendiali bloccati da anni a dispetto di un caro vita galoppante.
Sono già da 7 anni un precario della scuola pubblica (e sottolineo pubblica perché tutto ciò che è pubblico a me piace, come la sanità pubblica, come l’acqua pubblica, nonostante gli sprechi ed i soprusi che, se si vuole, si possono benissimo eliminare), con il patema d’animo, ogni anno, di non avere la certezza di essere richiamato al lavoro, di non avere la dignità di persona qualificata, (sei un precario) quindi, dico io, persona non attendibile.
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