11 febbraio, 2011

APRIRE LA PAROLA


Il 7 febbraio scorso sono stato su twitter per dare un’occhiata, ho letto un tweet che mi ha lasciato perplesso: - APRIRE LA PAROLA -, non c’era altro, ho provato ad aprirlo … click – click - niente. Asciutto, stentoreo, maiuscolo, nessun puntino sospensivo che permettesse di equivocare, di aggiungere qualcosa o vedere il seguito.
Twitter è il luogo della comunicazione breve, per chi ancora non lo sapesse, lo spazio di uno Short Message nel quale condensare un pensiero, una riflessione, una banalità o quel che in un qualunque momento altrimenti si perderebbe nel turbine quotidiano se non fosse fermato là per sé e per gli altri.

Ho frugato nella mia memoria tutto ciò che avesse il carattere della la brevità: nella poesia o nella filosofia. nella storia … niente … solo ‘m’illumino d’immenso’, il più breve di tutti. Lungi da me accostamenti impropri o arditi ma…
Non cercate su Twitter appartiene ad un’area riservata e sofisticata che seleziona molto i suoi ‘follow’.
Forse che l’inadeguatezza del linguaggio attuale ha bisogno di smontare i suoi termini per ricostruirlo nuovo ed adeguato alla mole impressionante dei flussi di comunicazione?
Forse, come fa Ugo su ‘il Resto’ va scomposta, la parola, per ricomporla e contemplarla indipendentemente dal contenuto? … ciri pen so. Se invece avete la chiave d’interpretazione passatemela

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