04 ottobre, 2024

Dopo un mese nello spazio, i tessuti cardiaci presentarono già segni di invecchiamento

I ricercatori hanno applicao "sul cuore un chip" a bordo della ISS. La loro analisi mostra cambiamenti simili agli effetti dell'invecchiamento, reversibili una volta sulla Terra. 
 
Dopo solo un mese trascorso nello spazio, i tessuti cardiaci umani si stavano indebolendo, i battiti diventavano irregolari e subivano cambiamenti molecolari e nell'espressione dei loro geni. 

Questo è almeno ciò che accade per i campioni in vitro incorporati sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), che sono stati oggetto di particolare attenzione in orbita e una volta tornati sulla Terra. 

Le alterazioni causate dal volo spaziale sono simili agli effetti dell'invecchiamento cardiaco, scrivono gli autori dello studio pubblicati il ​​23 settembre in Atti della National Academy of Sciences (PNAS), che evidenzia il potenziale interesse di questo metodo per la ricerca sull'età e i legani con problemi vascolari

Oltre all'idea di avere un modello per studiare determinate malattie correlate all'età, questi lavori miravano a esaminare gli effetti della microgravità, su scala cellulare, sugli astronauti. 

I ricercatori hanno quindi progettato "un chip sul cuore", una tecnica relativamente recente nel mondo della biologia, che consente di riprodurre alcune caratteristiche cellulari, biochimiche, fisiche e fisiologiche dei tessuti umani. Diversi ne sono stati inviati nello spazio ead altri sono rimasti sulla terra. 

I cambiamenti nei tessuti osservati a bordo della ISS, tuttavia, sono scomparsi dopo pochi giornie. “Se crediamo che questi risultati, Sunita Williams e Butch Wilmore - due astronauti della NASA sono rimasti bloccati nella Stazione Spaziale Internazionale per diversi mesi a causa di problemi tecnici legati al loro veicolo spaziale starliner, costruito da Boeing - probabilmente subiscono disturbi cardiovascolari a Terra ", spiega Joseph Wu, cardiologo dell'Università di Stanford, in California, che non ha partecipato allo studio. 

"Questo approccio che usa i chip è innovativo, ma non consente di rilevare altre importanti alterazioni del sistema cardiovascolare, specialmente in termini di pressione sanguigna", dice il cardiologo. 

Il team dietro questo studio prevede di restituire nuovi tessuti alla ISS al fine di esaminare gli effetti dei voli spaziali sul corpo umano più approfondito. I ricercatori sperano persino di essere in grado di testare i farmaci per contrastare gli effetti della microgravità sul cuore.  

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