10 maggio, 2024

Minacce e pressioni sulla maggioranza dei giornalisti ambientali

Occuparsi di questioni ambientali è sempre più pericoloso per i giornalisti, che a volte pagano con la vita le proprie inchieste: il 70% di loro è bersaglio di attacchi, minacce o pressioni dal 2009. 
  
Ricordiamo che nel giugno 2022 l’omicidio del giornalista britannico Dom Phillips e del riconosciuto esperto di popolazioni indigene Bruno Pereira, che stavano preparando un libro sui crimini ambientali in Amazzonia, ha suscitato un’ondata di indignazione in tutto il mondo. 

É questo caso estremo emblematico dei rischi che gravano sui giornalisti che si occupano di ambiente? 

Secondo un rapporto dell’UNESCO pubblicato in occasione della Giornata internazionale della libertà di stampa 2024, questo 3 maggio 2024, oltre il 70% di loro è stato bersaglio di attacchi, minacce o pressioni a causa del proprio lavoro dal 2009. 

Per stilare questo rapporto, l’UNESCO, in collaborazione con la Federazione Internazionale dei Giornalisti, ha intervistato a marzo 905 giornalisti ambientali provenienti da 129 paesi. “Almeno 749 [di loro] hanno subito violenze e intimidazioni nei loro confronti negli ultimi 15 anni”, afferma The Guardian. 

Da questo rapporto risulta che “il giornalismo ambientale è diventato un campo sempre più pericoloso”, continua il quotidiano britannico, per il quale Dom Phillips lavorava regolarmente. Prima di spiegare: 

La natura del lavoro in luoghi spesso remoti e isolati, ma anche gli argomenti trattati, come le compagnie petrolifere e minerarie, l’appropriazione di terreni e la deforestazione, contribuiscono al pericolo”. 

Più nel dettaglio, tra il 70% dei giornalisti che hanno denunciato pressioni e intimidazioni, due su cinque hanno denunciato violenze fisiche – aggressioni, detenzioni arbitrarie, tentati omicidi e rapimenti. 

Questo fenomeno è aumentato negli ultimi cinque anni, con “111 incidenti, rispetto ai 61 tra il 2014 e il 2018 e ai 45 tra il 2009 e il 2013”, elenca The Guardian. 

Inoltre, la stragrande maggioranza dei giornalisti denuncia minacce, pressioni psicologiche o addirittura molestie online. 

Di conseguenza, 'quasi la metà ha affermato di essersi autocensurata per paura di attacchi o di mettere in pericolo le proprie fonti', riferisce il quotidiano londinese. 

L’Asia-Pacifico, l’America Latina e i Caraibi sono le regioni più mortali per i giornalisti ambientali, dove dal 2009 ne sono stati assassinati rispettivamente 30 e 11.

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