Gli scienziati statunitensi hanno sradicato con successo l'HIV dai topi infetti.
Negli Stati Uniti, i ricercatori sono riusciti a eliminare in modo durevole l'HIV, il virus responsabile dell'AIDS, in alcuni topi infettati, con una combinazione di tecniche, un passo comunque ancora lontano da una possibile applicazione nell'uomo, secondo uno studio.
Gli autori di questo studio (Prasanta K. Dash, Rafal Kaminski e Ramona Bella), lo hanno pubblicato la scorsa settimana sulla rivista 'Nature', essi lavorano presso l'Università del Nebraska e alla Temple University di Philadelphia. Hanno combinato due tecnologie avanzate per cercare di debellare il virus nei topi di laboratorio.
Il loro obiettivo era quello di lottare contro il fenomeno della rinascita di HIV poiché le terapie in corso con gli antiretrovirali il virus rimane contenuto nel corpo in forma latente, in vari luoghi, e riattivato se il trattamento viene interrotto, il che richiede di prendere questi farmaci per tutta la vita.
i ricercatori avevano inizialmente usato un forma di terapia antiretrovirale a lento rilascio ed azione prolungata, denominata LASER ART (long-action slow-effective release antiviral therapy), replicazione e, in una seconda fase, alla tecnica chiamata CRISPR in versione genetica.
Il trattamento ART laser è stato somministrato per diverse settimane in modo mirato, per cercare di ridurre al minimo la replicazione del virus nelle zone del corpo considerato come 'serbatoi' di HIV, cioè nei tessuti dove rimane normalmente latente, come il midollo spinale, milza.
Quindi, per rimuovere le ultime tracce di HIV, i ricercatori hanno utilizzato CRISPR-case.9, uno strumento di modifica genetica (talvolta chiamati 'forbici genetiche Per rimuovere e sostituire parti indesiderate del genoma.
Una combinazione che ha eliminato il virus in più di un terzo dei topi che hanno ricevuto questo doppio trattamento, secondo i risultati dei tre ricercatori.
Secondo il sommario dello studio, questi risultati 'sono una dimostrazione della fattibilità dell'eliminazione permanente del virus'. Ma la prospettiva di una possibile applicazione nei pazienti umani è ancora molto lontana. 'Questo è un primo passo importante verso un percorso molto più lungo per l'eradicazione del virus', concludono gli autori.
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