11 agosto, 2018

L'ostilità dei francesi contro la tilde. La Spagna insorge. "In Francia non esistono minoranze"

La Spagna vede nell'atteggiamento francese una vera e propria guerra di quel popolo contro la tilde (virgulilla, accento circonflesso) 
https://it.wikipedia.org/wiki/TildeUtilizzato in Bretagna, Province basche e Portogallo la tilde è un segno diacritico vietato dalla pubblica amministrazione francese. Una situazione che si riflette in battaglie legali in Francia e sorprendentemente in Spagna. 

FañchIñaki, Begoña, Íñigo o Peña: 'Nessuno di questi nomi può essere inserito nei registri dello stato civile francese', dice El Periódico de Catalunya. Da Barcellona, ​​il quotidiano spagnolo racconta come 'la Francia decapiti la ñ dichiarando guerra alla tilde, questo segno ortografico particolarmente diffuso nelle lingue basca e bretone. 

'Questa informazione è talmente surreale da sembrare una notizia falsa', dice il giornale. Insomma la tilde, considerata un segno diacritico straniero, è vietata nell'amministrazione francese, come decretato da una circolare del 23 luglio 2014

Una regola che ha sorpreso l'altro versante dei Pirenei, dove le lingue regionali sono riconosciute e insegnate anche nelle istituzioni pubbliche e dove la tilde è comunemente usata. 
'Con l'obiettivo di promuovere un'identità nazionale uniforme, il francese è l'unica lingua ufficialmente riconosciuta dalla Costituzione', ricorda El Periódico de Catalunya. 

'Visto nel lungo periodo, questo limite linguistico potrebbe comportare la scomparsa delle lingue regionali', avverte il quotidiano di Barcellona. 

Ma se la pubblicazione paventa questo argomento, è 'a breve termine, che si manifesta con piccole battaglie legali che incarnano le conseguenze del rifiuto delle tradizioni'. Così che nel settembre 2017, il piccolo Fañch ha visto il suo primo nome respinto dalla corte di Quimper a causa della tilde. I suoi genitori hanno fatto appello e il processo si svolgerà a Rennes l'8 ottobre. 

'Nonostante le apparenze, questo non è un caso isolato o un piccolo dettaglio insignificante', scrive il quotidiano spagnolo. 

'La testardaggine di imporre il francese come lingua unica è tale che la Francia ha inserito una riserva ratificando la Convenzione sui diritti dell'infanzia [nel 1990]', indicando che l'articolo 30 della Convenzione, relativo ai diritti delle minoranze culturali, religiose e linguistiche, non era applicabile in Francia: 'La Francia ritiene che, nel territorio della Repubblica, non ci siano minoranze, siano esse culturali o linguistiche', Dice El Periódico de Catalunya.

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