13 agosto, 2016

Attenzione alle leccate mortali. To lick or not to lick?

Una signora inglese è stata aggredita da un batterio, quando il suo cane le ha leccato la sua faccia. Era sul punto di morire. La Capnocytophaga canimorsus è causa importante della sepsi nei pazienti anziani. 

http://casereports.bmj.com/content/2016/bcr-2016-215450.abstract
Uno studio recentemente pubblicato sul British Medical Journal ha un titolo che fa riflettere: "Lick of Death". La leccata della morte. Una londinese di 70 anni era sul punto di morire. La causa? Il suo cane le aveva leccato il volto. Una pratica che è meglio evitare. 

Per la signora inglese tutto è iniziato quando lei era al telefono con un membro della famiglia. "Lei è diventata incoerente e insensibile", si legge dallo studio della University College Hospital. Chiamati per il soccorso d'emergenza l'hanno trovata "crollata su una sedia e semi incosciente". 

Portata in ospedale, soffriva di iponatriemia (mancanza di sodio nel sangue) e iperkaliemia (troppo potassio). Trattata, in un primo momento, sembrava riprendersi. Ma il quarto giorno è stato presa da diarrea, febbre, mal di testa e brividi con stato confusionale. 

Trasferita in terapia intensiva, si è ritrovata con insufficienza renale acuta e grave infezione del sangue: una "sepsi grave". Era vicina alla morte. Lei non presentava segni di morsi né graffi e i medici non immaginavano che si trattasse di una causa di origine animale. antibiotici ad ampio spettro le hanno salvato la vita. Fuori dalla terapia intensiva dopo dieci giorni dal ricovero è rimasta un mese in ospedale. 

Il "colpevole" è stato scoperto due settimane dopo il suo ingresso nella struttura: Capnocytophaga canimorsus. Un batterio che il suo levriero le ha passato con una leccata al suo volto. 

I ricercatori notano che gli anziani sono più a rischio. Poiché possono avere un sistema immunitario indebolito e, statisticamente, più probabilità di avere un animale domestico. Secondo loro, questo batterio uccide un quarto di quelli che infetta. Ma i casi sono fortunatamente rari: 13 noti nel Regno Unito in oltre venti anni. Circa 200 in tutto il mondo in trent'anni, anche se non tutti sono elencati. 

In ogni caso è meglio abbracciare un bipede che un quadrupede. Con un morso o un graffio di cani o gatti si può essere infettati da stafilococco, campilobatteri, larve, da un graffio di gatto, da brucellosi. La rabbia può essere sempre dietro l'angolo, in altre latitudini. "Il rischio è più elevato con un morso, certo, ma anche se l'animale lecca una piccola ferita o il volto possono nascere complicazioni anche gravi", dice lo specialista in malattie infettive. 

Il caso britannico non è sorprendente "Le infezioni dovute a Capnocytophaga canimorsus sono rare, insolite ma conosciute. Il rischio di sepsi e morte esiste anche con altri batteri, come la Pasteurella multocida. La trasmissione del Capnocytophaga canimorsus avviene nel modo più naturale dalla cavità orale di cani e gatti". La prudenza suggerisce di ricordare le regole igieniche di base. "Lavarsi le mani dopo aver accarezzato l'animale. Evitare che lecchi il viso, soprattutto per coloro che hanno un deficit immunitario, e rivolgersi immediatamente a un medico dopo un morso". 

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