Le donne sarebbero tutte omosessuali o bisessuali, ma mai eterosessuali (vedi The Telegraph). Questa è in sostanza la conclusione cui giunge uno studio pubblicato sulla rivista "Journal of personality and social psycology".
I risultati di uno studio condotto da psicologi americani ("Sexual Arousal and Masculinity-Femininity of Women"), in materia di risposte ed orientamento sessuali delle donne, da poco pubblicato sulla rivista "Journal of personality and social psycology", pretende di dimostrare una "bisessualità" diffusa tra le donne eterosessuali (The independent). Ma questo studio appare molto problematico, ivi comprese tutte le ipotesi che lo circondano.
A delle donne sono stati mostrati video con contenuti sessuali per misurare le loro risposte fisiologiche, come, per esempio, la dilatazione delle pupille. Questo studio dice che le donne sono sessualmente eccitate da stimoli sessuali maschili o femminili, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, mentre gli uomini rispondono a questi stimoli in base al loro orientamento sessuale. Quindi ci sarebbe un bisessualità intrinseca per le donne (eterosessuali).
Inoltre, lo studio sostiene che alcune lesbiche, quelle definite dai ricercatori come "maschio" (sic!), non sono sensibili agli stimoli del sesso maschile. Uno studio che sembra provenire da un altro secolo, come si sottolinea sul Nouvel Observateur.
Se si osserva più accuratamente e si analizza questo studio vengono a galla molte perplessità. Per esempio, gli autori usano la scala Kinsey per determinare l'orientamento sessuale delle donne che, allora, si prestarano alla ricerca. É bene ricordare che il lavoro di Kinsey è datato 1953 e, benché innovativo per quell'epoca, è ampiamente superato oggi.
Come è consuetudine, in questo tipo di studi, il campione di riferimento solleva alcuni interrogativi. Sappiamo che le donne che hanno partecipato all'esperimento sono state volontarie, ma non ne conosciamo la rappresentatività, né il rapporto che, queste donne del campione, hanno con il sesso in generale.
Si ha la netta impressione che, questo studio abbia un sguardo eterocentrico sulla sessualità, in quanto concepisce il desiderio sessuale solo attraverso la lente dell'eterosessualità. Così, le lesbiche vengono interpretate in base alla loro appartenenza al maschile o femminile, che ci mostra il tipo di approccio semplicistico di ricercatori incapaci di andare oltre una visione binaria e eterocentrica della sessualità.
A delle donne sono stati mostrati video con contenuti sessuali per misurare le loro risposte fisiologiche, come, per esempio, la dilatazione delle pupille. Questo studio dice che le donne sono sessualmente eccitate da stimoli sessuali maschili o femminili, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, mentre gli uomini rispondono a questi stimoli in base al loro orientamento sessuale. Quindi ci sarebbe un bisessualità intrinseca per le donne (eterosessuali).
Inoltre, lo studio sostiene che alcune lesbiche, quelle definite dai ricercatori come "maschio" (sic!), non sono sensibili agli stimoli del sesso maschile. Uno studio che sembra provenire da un altro secolo, come si sottolinea sul Nouvel Observateur.
Se si osserva più accuratamente e si analizza questo studio vengono a galla molte perplessità. Per esempio, gli autori usano la scala Kinsey per determinare l'orientamento sessuale delle donne che, allora, si prestarano alla ricerca. É bene ricordare che il lavoro di Kinsey è datato 1953 e, benché innovativo per quell'epoca, è ampiamente superato oggi.
Come è consuetudine, in questo tipo di studi, il campione di riferimento solleva alcuni interrogativi. Sappiamo che le donne che hanno partecipato all'esperimento sono state volontarie, ma non ne conosciamo la rappresentatività, né il rapporto che, queste donne del campione, hanno con il sesso in generale.
Si ha la netta impressione che, questo studio abbia un sguardo eterocentrico sulla sessualità, in quanto concepisce il desiderio sessuale solo attraverso la lente dell'eterosessualità. Così, le lesbiche vengono interpretate in base alla loro appartenenza al maschile o femminile, che ci mostra il tipo di approccio semplicistico di ricercatori incapaci di andare oltre una visione binaria e eterocentrica della sessualità.
Pensare solo in termini di maschio - femmina, eterosessualità, omosessualità e bisessualità, rende difficile rappresentare una realtà molto più complessa di quanto non facciano queste categorie dicotomiche. Che dire, per esempio, degli asessuati o dei transgender?
Riferirsi al maschio o la femmina sembra ovvio per gli autori. Ma, non sappiamo quasi nulla delle immagini mostrate, che avrebbe consentito di determinare ciò che è classificato come maschile o stimolo femminile secondo gli autori. Quel poco che traspare da questa pubblicazione dimostra un uso particolare di genere con stereotipi che non sono approfonditi. Più in generale, sembra che vi sia una mancanza di distinzione tra sesso, genere e sessualità.
Inoltre, sembra piuttosto approssimativo includere una risposta corporea agli stimoli sessuali come prova di orientamento sessuale. C'è una differenza tra segni fisiologici e desiderio. L'orientamento sessuale è innanzitutto una questione di volontà che può essere compresa solo in un contesto sociale. Ci sono alcune indagini che dimostrano che vi è una moltitudine di modelli di consumo (di pornografia per esempio) non direttamente connessi all'orientamento sessuale.
Sarebbe vano voler trovare un legame tra le risposte fisiologiche e identità di genere socialmente costruiti. Eppure qui assistiamo ad una naturalizzazione della sessualità, che fissa le identità e gli orientamenti sessuali che dimentica le tante opere che hanno dimostrato la storicità e l'aspetto scatenante di queste categorie. Il sesso è culturale e ha una storia, non si dovrebbe dimenticare.
Di fatto, poi, le conclusioni dello studio finalmente confermano ciò che già sapevamo, che orientamento sessuale e identità di genere sono costrutti sociali e non sono correlati da fattori fisiologici.
In ultima analisi, questo studio ci dice di più sulle idee preconcette dei ricercatori che sulla sessualità dei nostri contemporanei, che lo studio pretende di decifrare.
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su questo argomento vi prego di leggere un post di una delle mie lettrici, amica e blogger che seguo: Cristiana: pincocris2011
Inoltre, sembra piuttosto approssimativo includere una risposta corporea agli stimoli sessuali come prova di orientamento sessuale. C'è una differenza tra segni fisiologici e desiderio. L'orientamento sessuale è innanzitutto una questione di volontà che può essere compresa solo in un contesto sociale. Ci sono alcune indagini che dimostrano che vi è una moltitudine di modelli di consumo (di pornografia per esempio) non direttamente connessi all'orientamento sessuale.
Sarebbe vano voler trovare un legame tra le risposte fisiologiche e identità di genere socialmente costruiti. Eppure qui assistiamo ad una naturalizzazione della sessualità, che fissa le identità e gli orientamenti sessuali che dimentica le tante opere che hanno dimostrato la storicità e l'aspetto scatenante di queste categorie. Il sesso è culturale e ha una storia, non si dovrebbe dimenticare.
Di fatto, poi, le conclusioni dello studio finalmente confermano ciò che già sapevamo, che orientamento sessuale e identità di genere sono costrutti sociali e non sono correlati da fattori fisiologici.
In ultima analisi, questo studio ci dice di più sulle idee preconcette dei ricercatori che sulla sessualità dei nostri contemporanei, che lo studio pretende di decifrare.
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su questo argomento vi prego di leggere un post di una delle mie lettrici, amica e blogger che seguo: Cristiana: pincocris2011
1 commento:
Ci ho fatto un post anch'io.
Peccato che tu non mi visiti mai.
Cristiana
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