In queste ultime settimane, le applicazioni live streaming hanno suscitato grande scalpore, prima Meerkat poi Periscope (la risposta di Twitter).
I primi commenti si sono focalizzati su tecnologia, l'utilizzo e la guerra delle applicazioni. Rimane la questione giuridica posta da avvocati ed esperti in questioni di proprietà intellettuale. Uno degli aspetti di un dibattito che è solo all'inizio.
Le nuove applicazioni Meerkat e Periscope che consentono di trasmettere un video snapshot, senza la necessità di scaricarlo prima, a tutte le persone nella propria rete sociale, sollevano numerosi quesiti legali.
In primo luogo, un primo problema, è quello dei diritti di immagine delle persone, tra cui Vip, attori, giocatori ... personalità.
Infatti, il diritto all'immagine permette ad una persona, famosa o no, di opporsi alla distribuzione, senza l'espressa autorizzazione, della sua immagine.
Se il video trasmesso nell'ambito delle applicazioni presenta l'immagine di una persona, si potrebbe legittimamente ritenere che vìoli il diritto che ognuno ha alla sua immagine. Così, da poter chiedere il divieto della distribuzione del video stesso ed un risarcimento dei danni nei tribunali.
Ma, data la immediatezza della diffusione, la possibilità di danni irreparabili e le prove della realizzazione sarebbero difficili da reperire.
Inoltre, la trasmissione immediata, attraverso queste applicazioni, di eventi culturali e sportivi è anche suscettibile di creare non poche difficoltà.
É noto che i diritti di sfruttamento da parte degli organizzatori di eventi sono di solito concessi ai canali televisivi pubblici e privati che ottengono il diritto di trasmettere dietro importanti contropartite finanziarie.
Tenuto conto degli interessi finanziari in gioco e degli importi investiti, la diffusione selvaggia potrebbe compromettere gravemente lo schema e gli importi in causa, visto che su tali diritti di diffusione le emittenti e gli organizzatori non potrebbero più contare su contratti di esclusiva.
Un esempio per tutti, la Football League (LFP) ha minacciato di perseguire Twitter (vedi le Figaro), che aveva appena comprato l'applicazione Vine, visto che la trasmissione delle immagini delle partite produrrebbe grave danno non giustificabile con il diritto all'informazione.
Secondo la LFP, la trasmissione, tramite il social network Twitter, le stava causando un danno stimato in 10 milioni di euro.
Oggi siamo di fronte a questo nuova evoluzione con Meerkat e Periscope acquistato da Twitter.
É molto probabile che la Lega e le altre organizzazioni sportive, i cui eventi generano molti ricavi significativi, non si accontentino di annunciare una azione, ma in realtà decidano di mettere in guardia queste nuove applicazioni ed il social network Twitter dall'effettuare queste trasmissioni.
Infatti, gli organizzatori, concedendo la trasmissione in esclusiva, hanno l'obbligo di fare tutto il possibile per evitare che venga minata questa esclusività.
Oltre all'azione legale, gli organizzatori potrebbero prendere in considerazione la creazione di jammers negli stadi e nei luoghi dove gli eventi si svolgeranno, anche se la cosa sembra piuttosto complicata a farsi. Un'altra possibile soluzione sarebbe quella di far sottoscrivere agli spettatori le condizioni generali di utilizzo dei biglietti, minacciando l'espulsione delle persone beccate a far riprese degli eventi, ma, probabilmente, anche questo non sarà sufficiente.
Infine, queste nuove applicazioni sono suscettibili di essere utilizzate nel compimento di più gravi reati come la pedofilia, l'incitamento all'odio razziale, etc.
Vi è infatti la possibilità che si scateni una sorta di emulazione creata con il feedback immediato sul video. Così, in un video pubblicato su Periscope, di un autista che viaggiava a 150 chilometri all'ora i commenti lo incitavano ad andare più veloce....
Gli internati con la lora incoscienza saprebbero creare situazioni anche molto più gravi ed incontrollabili.
In primo luogo, un primo problema, è quello dei diritti di immagine delle persone, tra cui Vip, attori, giocatori ... personalità.
Infatti, il diritto all'immagine permette ad una persona, famosa o no, di opporsi alla distribuzione, senza l'espressa autorizzazione, della sua immagine.
Se il video trasmesso nell'ambito delle applicazioni presenta l'immagine di una persona, si potrebbe legittimamente ritenere che vìoli il diritto che ognuno ha alla sua immagine. Così, da poter chiedere il divieto della distribuzione del video stesso ed un risarcimento dei danni nei tribunali.
Ma, data la immediatezza della diffusione, la possibilità di danni irreparabili e le prove della realizzazione sarebbero difficili da reperire.
Inoltre, la trasmissione immediata, attraverso queste applicazioni, di eventi culturali e sportivi è anche suscettibile di creare non poche difficoltà.
É noto che i diritti di sfruttamento da parte degli organizzatori di eventi sono di solito concessi ai canali televisivi pubblici e privati che ottengono il diritto di trasmettere dietro importanti contropartite finanziarie.
Tenuto conto degli interessi finanziari in gioco e degli importi investiti, la diffusione selvaggia potrebbe compromettere gravemente lo schema e gli importi in causa, visto che su tali diritti di diffusione le emittenti e gli organizzatori non potrebbero più contare su contratti di esclusiva.
Un esempio per tutti, la Football League (LFP) ha minacciato di perseguire Twitter (vedi le Figaro), che aveva appena comprato l'applicazione Vine, visto che la trasmissione delle immagini delle partite produrrebbe grave danno non giustificabile con il diritto all'informazione.
Secondo la LFP, la trasmissione, tramite il social network Twitter, le stava causando un danno stimato in 10 milioni di euro.
Oggi siamo di fronte a questo nuova evoluzione con Meerkat e Periscope acquistato da Twitter.
É molto probabile che la Lega e le altre organizzazioni sportive, i cui eventi generano molti ricavi significativi, non si accontentino di annunciare una azione, ma in realtà decidano di mettere in guardia queste nuove applicazioni ed il social network Twitter dall'effettuare queste trasmissioni.
Infatti, gli organizzatori, concedendo la trasmissione in esclusiva, hanno l'obbligo di fare tutto il possibile per evitare che venga minata questa esclusività.
Oltre all'azione legale, gli organizzatori potrebbero prendere in considerazione la creazione di jammers negli stadi e nei luoghi dove gli eventi si svolgeranno, anche se la cosa sembra piuttosto complicata a farsi. Un'altra possibile soluzione sarebbe quella di far sottoscrivere agli spettatori le condizioni generali di utilizzo dei biglietti, minacciando l'espulsione delle persone beccate a far riprese degli eventi, ma, probabilmente, anche questo non sarà sufficiente.
Infine, queste nuove applicazioni sono suscettibili di essere utilizzate nel compimento di più gravi reati come la pedofilia, l'incitamento all'odio razziale, etc.
Vi è infatti la possibilità che si scateni una sorta di emulazione creata con il feedback immediato sul video. Così, in un video pubblicato su Periscope, di un autista che viaggiava a 150 chilometri all'ora i commenti lo incitavano ad andare più veloce....
Gli internati con la lora incoscienza saprebbero creare situazioni anche molto più gravi ed incontrollabili.
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