06 aprile, 2014

La fortuna di essere asociale - L'insostenibile pesantezza della mondanità


Mettiamo bene in chiaro una cosa. Non vi amo affatto, non mi piacete e me ne frego se vi piaccia o meno quello...

"Tutto il florilegio di chiacchiere irrilevanti", la fortuna di essere asociale
                     
Questa è una nota dal blog di Laurent Sagalovitsch (foto-link) che farà piacere a tutti coloro che detestano la mondanità e hanno sempre pronta una scusa marcia per sfuggire a una cena. Sagalovitsch ha scritto:
"La scorsa notte, mia moglie era ancora fuori, invitata da uno di quegliamici a partecipare al nonsisacosa di qualche impresa di socializzazione con altri adepti, seguaci della comunicazione di gruppo. Così sono rimasto a casa da solo a chiacchierare con il mio gatto ... "
Questo è il testo di un asociale convinto che ha descritto il suo disagio per le feste dove non si conosce nessuno:
"E' che io non capisco l'interesse di comunicare con una persona che sono quasi certo di non rivedere mai più, di cui non mi interessa sapere l'opinione sulla scomparsa programmata dei servizi postali o il parere sulla qualità dei pasti serviti nel suo ultimo volo transatlantico o ancor meno la posizione tranchant sulla questione ucraina".
Un Asociale che, tuttavia, si mostra seccato se non è più invitato alle cene e confessa il motivo del suo atteggiamento: 
"E' contemporaneamente un misto di timidezza, legato, diciamocelo senza mezzi termini, ad un complesso di superiorità assoluta". 
Se per voi l'argomento è interessante 
Segue su
        
Slate.blog.Sagalovitsch: Du bonheur d’être asocial

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