Da oltre un mese, i raid della polizia turkmena si moltiplicano nei bar, ristoranti, discoteche e perfino nelle strade. Obiettivo: interrogarle con il pretesto della lotta alla prostituzione, che contaminerebbe "l'era del potere e della felicità", questo è il nome ufficiale del tempo corrente dall'arrivo al potere del presidente Gurbanguly Berdymukhamedov nel 2007 in Turkmenistan.
"La procedura è questa: arriva la polizia in abito nero con passo deciso in un locale, prende di forza le donne per portarle al commissariato",
racconta il sito de il Fergananews (vedi pagina tradotta). L'obiettivo principale sono le donne sole, ma anche le donne accompagnate non sfuggono. Durante i controlli la donna è obbligata a dimostrare se è sposata ed esibire documenti giustificativi, con lo stato civile.
"Ci sono stati casi in cui in piena festa di famiglia, le donne sono state arrestate con i loro mariti e parenti",
si legge nel titolo. In aggiunta a questa umiliazione, si arriva anche a richiedere un esame ginecologico per controllare malattie sessualmente trasmissibili e un esame delle urine per rilevare l'uso di droghe (in aumento da diversi anni in questo paese confinante con l'Afghanistan). Dulcis in fundo, voci circa il divieto per le donne alla guida, a partire dal 2016, circolano per il paese e si gonfiano progressivamente.
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