23 giugno, 2012

Vittime della bellezza - Immagini femminili per una campagna di stampa molto discutibile

thinktanklab. Victim of Beauty
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Una delle immagini tratte dall'opera "vittima della bellezza" 
della serie, il fotografo Vasil Germanov 
Singolare idea quella di pubblicare, per un portfolio di bellezza, foto di donne vittime di violenze terribili. Eppure, questo ha fatto una rivista di moda bulgara, '12', ritoccando indossatrici con trucco cinematografico - realistiche e sanguinolente, occhi neri, labbra e nasi spaccati, visi bruciati dall'acido ..
La serie si chiama "vittime della bellezza" e non sembra avere alcuno scopo sociale o critico, dato che viene fornito senza alcuna contestualizzazione. La rivista si accontenta di una raccomandazione: "Le fotografie non sono consigliate alle persone sotto i 16 anni e ai deboli di cuore.».
Desiderio di scoop? Puro intrattenimento? L'iniziativa non fa ridere i settimanali femminili, le blogger soprattutto americane, hanno denunciato l'iniziativa definendola "raccapricciante". Cheryl Wischhover, curatrice del blog "Fashionista", ha scritto: Violence against women exists way too frequently in real life for us to want to look at it in a fashion magazine, "La violenza contro le donne è troppo spesso nella realtà per farti venir voglia di vederla in una rivista di moda ".
Recentemente, diverse campagne hanno provocato scandalo, dopo aver apertamente mostrato i luoghi comuni sulle donne, vittime di violenze sessuali - nella maggior parte dei casi - ma in realtà, paghe della loro iniziativa, fine a se stessa. La campagna di Steven Klein per Dolce & Gabbana, Nel 2007, è stato vietata in molti paesi e ha mostrato una donna alle prese con un uomo, sotto lo sguardo di altri tre. Nel 2009, il marchio Relish ha imperversato anche nei titoli dei giornali promuovendo, in Italia, una campagna pubblicitaria che mostra due belle turiste controllate con un po' troppo zelo da parte della polizia carioca. 
E' pur vero che l'associazione donne-attraenti/morte-violenta è stata a lungo motivo classico della fotografia di moda e pubblicità. Helmut Newton, per esempio, negli anni 1960 e 1970, è stato pioniere del genere, con immagini molto forti, con femmes fatales, seminude, in situazioni che ricordavano film noir o thriller. Molti fotografi furono parte di quella tendenza. Ma per Michel Mallard, Direttore Artistico del Festival della moda e della fotografia di Hyeres, queste immagini sono finzioni, artifici da intendersi come tali. E' proprio quando la moda si occupa di questioni politiche, sociali, della tirannia, della bellezza, della violenza contro le donne, degli handicap diventa più interessante. "Nelle telenovelas si parla di rapimento, è modo normale attinge dalla realtà", ha detto, citando l'opera di Steven Meisel sulla chirurgia estetica pubblicato in Vogue Italia. Questo non significa che sostenga che possiamo fare qualsiasi cosa. Per Michel Mallard, la serie di immagini della rivista bulgara '12' è indifendibile: "Questa è provocazione completamente gratuita. Non ha alcun interesse.»

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