09 aprile, 2012

Il cervello degli elettori - poche riflessioni e molte emozioni

Il tuo cervello è a destra o a sinistra? il cervello politico è un cervello emotivo
Quando le neuroscienze sono interessate al nostro comportamento politico. Leggere: in "Books". 
I politici hanno usato molte tecniche per mantenere i loro elettori tradizionali, come anche per ampliare il consenso. 
Non sorprende quindi vedere che i manager di campagne elettorali cerchino di sfruttare la nostra conoscenza sempre più approfondita della funzione del cervello
"Il cervello politico" di Drew Westen(*), specialista in psicologia clinica e politica, si basa sull'analisi di scansione del cervello di quindici attivisti democratici e gli attivisti di quindici repubblicani, realizzata in particolare durante l'appassionata campagna presidenziale del 2004
La prova consisteva nel proiettare a ciascuno delle immagini del loro candidato preferito, John Kerry e George W. Bush, rispettivamente, nel contraddittorio con il suo avversario. I soggetti rilevavano l'errore della parte avversa e quella neutrale, ma non erano in grado di accorgersi quando il proprio protetto mentiva o distorceva i fatti. La conclusione dell'autore è, in sostanza, che "il cervello politico è un cervello emotivo. Non è una macchina di freddo calcolo, alla ricerca di decisioni razionali in base alla precisione di fatti, personaggi e azioni." Egli illustra la sua tesi, analizzando spot pubblicitari politici in tv: vietati, per esempio, in Gran Bretagna o in Francia, ma ampiamente utilizzati negli Stati Uniti. Questi sono la più importante voce di un bilancio per una campagna elettorale, per la quale i candidati spendendo anche milioni di dollari. Westen conclude che "I repubblicani hanno capito ciò che il filosofo David Hume (l'empirismo inglese - '1700) riconobbe già tre secoli fa: la ragione è schiava delle emozioni, e non viceversa. Negli ultimi trenta anni, fatta eccezione per l'era Clinton, gli strateghi democratici si sono invece ostinatamente aggrappati all'ipotesi del freddo disegno della mente umana e, pertanto, hanno progettato campagne sulla base dei fatti, cifre, affermazioni di principio, i costi e benefici, e l'appello all'intelletto e la competenza." Westen rende evidente il contributo delle neuroscienze. Questo rappresenta solo una parte relativamente breve del libro, ma sarà di grande interesse per coloro che sono interessati al cervello. La maggior parte del libro è una storia vivace e ben scritta di come i politici americani cercano di influenzare l'elettorato. E' il lavoro di un convinto democratico, che officiava come consulente in molte campagne. Si ha talvolta l'impressione di leggere una polemica invitando il Partito democratico a smettere di trattare gli elettori come esseri razionali e obiettivi, per risvegliarne le realtà del comportamento. segue 


(*)DREW WESTEN era professore di psichiatria all'Università di Cambridge Hospital, in Harvard University. Insegna nei dipartimenti di psicologia e psichiatria alla Emory University di Atlanta e gestisce ora una società di consulenza politica. (The Political Brain: The Role of Emotion in Deciding the Fate of the Nation)

1 commento:

Francesco Zaffuto ha detto...

Hanno un po' scoperto la carta vetrata. Non è tanto la destra o la sinistra quanto il senso dell'appartenenza: partito politico, setta, popolo, quartiere, squadra di calcio, mettono in funzione il senso dell'appartenenza. non so in quale parte dell'anima o del cervello si trova ma è un pessimo ingrediente che annebbia la ragione e costruisce le basi per ogni dittatura. Ciao