di Alessandra Bianchi
Nell'antichità gli uomini hanno convinto le donne di avere un unico scopo: quello di recipiente del seme. Da lì è nata una subalternità che quindi non è naturale, ma culturale. E solo oggi, a poco a poco, ne stiamo uscendo.
La tesi di una grande antropologa (16 gennaio 2012)
Il seme si vedeva, l'ovulo no: di qui è nata l'errata convinzione che i maschi 'mettessero i figli' nel corpo delle femmineLa tesi di una grande antropologa (16 gennaio 2012)
Dunque per contare bisogna essere un uomo? E uomini si diventa?
Françoise Héritier l'espresso link
E' quanto sostiene Françoise Héritier antropologa francese, tra le più famose del mondo, considerata dal leggendario Claude Lévi-Strauss sua erede. Tanto che ne prese il posto al Collège de France. Il punto di partenza della affascinante ricerca della Héritier (in Italia i suoi libri sono pubblicati da Laterza) è capire come sia potuto accadere che l'uomo si sia impadronito del corpo della donna. O meglio, dato che il maschio è piuttosto inutile (non è lui che partorisce) come è successo che gli è invece stato conferito il potere della vita. Lei lo spiega così: "I nostri antenati hanno tratto conclusioni sbagliate sull'origine stessa della vita: la procreazione. Secondo loro era maschile. Invece di pensare che la donna è capace di questo dono: fare figli, pensavano che senza il maschio non si è nulla. Da lì si è creato il dominio maschile".
(click su img. Héritier per leggere il resto)
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