01 dicembre, 2011

La politica estenuante ed il linguaggio del corpo. Essere dimessi o dimettersi.

 

Sere fa discutevo con una persona sulle magnifiche sorti di Gravina e sulle opportunità della politica di esserne protagonista. Metodi, modi, strategie, insomma i massimi sistemi. La cosa divenne presto troppo seria. 
Si era presso una sede di partito. Prudentemente mi ero spostato fuori, dalla sede dico, quasi a significare che non volevo minimamente presumere di cambiare le linee programmatiche del sodalizio quanto scambiare i punti di vista in quella normale dialettica che, talvolta, ci avvicina ad una possibile verità. 
Feci alcuni tentativi ma … niente… Non c’era proprio niente da fare. Tautologie, verità apodittiche … insomma solo verità assolute, quelle cose là che non presumono nessuno sforzo o slancio se non una recita di un rosario già ascoltato e, francamente, noioso e inutile, costellato di IO, IO, tu lo sai come sono io (… lo sapevo!). 
Dopo circa cinque minuti, poco alla volta, rallentai la mia partecipazione limitandomi alla osservazione dei gesti suoi e di chi, intorno, prudentemente, si manteneva a distanza di sicurezza facendo finta di non sentire. Cercavo nel frattempo a monosillabi di rispondere con sussiego alle giaculatorie con amen, habemus ad dominum, dignum et iustum est … (così sia, sono rivolti al signore, è cosa buona e giusta) spero di non averle dette in latino, distratto come sono. 
Forse annuivo soltanto, praticamente ero passato alla fase REM della conversazione mentre gli occhi si muovevano da soli per osservare le cose e le persone, si faceva strada il timore di essere preso da una forma di repentina prosopagnosia e virulenta. 
Ricordai all’improvviso di aver letto da qualche parte del ‘linguaggio del corpo’ ed altre cose del genere per giocare ad interpretare quel che stava accadendo, riproponendomi di dare, poi,  una rinfrescata a queste tecniche di interpretazione. Non mi dilungo sulle conclusioni della conversazione, perché inconcludenti vi dirò che successivamente ho dato un’occhiata in giro, trovato e ripropongo:
piccolo vademecum sulle posture ed il loro presunto significato, parte del sito di 
‘psicologia analogica …’ (Click) 
che rimanda anche ad un PDF che troverete Quì 

Se poi volete saperne di più … la mano destra, con palma aperta, appoggiata nella zona polso o nel braccio sinistro, cosa significhi leggete tutto con un click sull’immagine
 
Ecco i fondamentali di un linguaggio del corpo positivo:
Alcuni gesti di gradimento analogico 
•passarsi la lingua sulle labbra 
•alzare i capelli per scoprire nuca e orecchie 
•unire e sporgere le labbra atteggiandole a un bacio •protendendersi in avanti verso l’interlocutore 
•avvicinare a sé l’occhiale che è stato poggiato sul banco •toccarsi un orecchio 
•sorridere in modo simmetrico con entrambi i lati della bocca 

Alcuni gesti di rifiuto analogico 
•oscillare indietro il corpo 
•retrocedere di mezzo o di un intero passo 
•incrociare le braccia e/o accavallare le gambe se seduti •toccarsi il naso 
•allontanare da sé l’occhiale poggiato sul banco 
•irrigidire i lineamenti del volto 
•riassettarsi i vestiti o spolverarsi da polveri e pelucchi di inesistenti 
•mettere le mani sui fianchi 
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A proposito dopo quella conversazione, ho saputo che un amico si è dimesso da quel partito. Non voglio dire che vi sia un nesso di causa ma solo sequenza temporale. Mi permetto di esprimergli, tuttavia, solidarietà e mi piace pensare che di fronte a certe posizioni non si può avere un atteggiamento dimesso. Ci si dimette e basta.

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