Sono anni (in alcuni casi, almeno da dicembre 1994) che ogni tanto storie di questo tipo fanno capolino. La solfa è sempre la stessa: si tratta di allarmi che annunciano l'arrivo di un pericolosissimo virus diffuso tramite un e-mail, che però è riconoscibile dal titolo, dal suo mittente o dal suo contenuto.
A volte vengono citati nomi di aziende (Microsoft, IBM, CNN, AOL) per conferire apparente autorevolezza all'appello, e cambia il titolo che l'e-mail pericolosissimo dovrebbe avere, ma il principio è sempre lo stesso. (Esempio click)
In realtà tutti i messaggi che ricevete vanno considerati a rischio, a prescindere dal titolo e dal mittente, e anche se provengono (apparentemente) da persone che conoscete. La difesa contro i virus non si basa sul nome del messaggio o sul suo mittente, ma su tecniche un po' meno superficiali. Per esempio, bisogna tenere costantemente aggiornato il proprio antivirus, eseguire sistematicamente gli aggiornamenti di sicurezza del proprio sistema operativo, usare programmi privi di vulnerabilità e non aprire mai gli allegati di qualsiasi provenienza (anche “fidata”) senza controllarli prima con un antivirus aggiornato (meglio comunque non aprirli se non sono strettamente indispensabili).
In realtà tutti i messaggi che ricevete vanno considerati a rischio, a prescindere dal titolo e dal mittente, e anche se provengono (apparentemente) da persone che conoscete. La difesa contro i virus non si basa sul nome del messaggio o sul suo mittente, ma su tecniche un po' meno superficiali. Per esempio, bisogna tenere costantemente aggiornato il proprio antivirus, eseguire sistematicamente gli aggiornamenti di sicurezza del proprio sistema operativo, usare programmi privi di vulnerabilità e non aprire mai gli allegati di qualsiasi provenienza (anche “fidata”) senza controllarli prima con un antivirus aggiornato (meglio comunque non aprirli se non sono strettamente indispensabili).
IL contenuto di questo post è stato tratto dal blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
del quale più interessante è l'ultimo post:
Falla nel TCP/IP di Windows permette di infettare i PCWindows si buca con pacchetti UDP truccati. Bonus: i pacchetti si mandano su una porta chiusa.
Falla nel TCP/IP di Windows permette di infettare i PCWindows si buca con pacchetti UDP truccati. Bonus: i pacchetti si mandano su una porta chiusa.
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