26 ottobre, 2011

Michel Maffessoli - postmodernità, il 'reincanto del mondo'

Oggi vi porgo parti di un'intervista a Michel Maffessoli: 
Note sulla postmodernità 
Autore Vincenzo Susca - Categoria Culture Digitali, Epistemologia della Rete

Ve ne propongo alcuni stralci per la loro forte attualità mentre, quì a Gravina, si delineano precisi i segni di una gattopardesca campagna elettorale, per il rinnovo dell'amministrazione locale, fatta di conventicole fuori tempo, tecniche preistoriche, tali da modificare anche i comportamenti dei giovani indigeni, involutisi precipitosamente in periodi di passata, degradata e clientelare memoria. Nella città, preoccupa, al momento, l'assenza di spendibile ed autorevole classe politica, in grado di raccogliere un consenso vero, portatrice di credibili facoltà di governo e programmi seri, che faccia argine ad una pletora inguaribile di candidature al Nobel per l'idiozia politica pura

   

... La comunicazione – e paradossalmente, in misura maggiore, i processi comunicativi sostenuti dai nuovi media – è un forte veicolo di elementi arcaici marginalizzati dalla modernità. Non si riesce ancora a cogliere quanto le “cose” di cui parliamo siano strumenti attraverso i quali riavviamo un processo di radicamento dinamico con le persone, la terra e gli oggetti che ci circondano. Tanto la modernità ha assegnato centralità alla dimensione economica, razionale e politica dell’esistenza, quanto oggi si ritorna alla “cultura” nel senso più ampio del termine. Il secolo che si annuncia pone l’accento proprio sugli aspetti legati alla “cultura immateriale” e all’immaginario. La comunicazione assume quindi nel XXI secolo la funzione che in passato hanno svolto l’economia e la sociologia; diviene il fattore di riconoscimento e di identificazione, nonché l’elemento sacro attorno al quale le comunità si fondono e vibrano insieme; in breve, l’elemento strutturale dell’essere-insieme postmoderno...

... Le reti sono già diventate, in effetti, il palcoscenico in cui si esibiscono e talvolta prendono forma i differenti tribalismi che segnano il nostro tessuto sociale. Esse sostengono e accelerano la grande mutazione di topica che accompagna il passaggio alla postmodernità: dalla verticalità all’orizzontalità; testimoniano apertamente quanto le società contemporanee non facciano più perno sull’individuo razionale padrone di sé e del mondo, ma su micro-aggregazioni sociali in cui il sé si perde nell’altro e si scioglie nelle differenti tribù di cui fa parte...

... La tecnologia ha dato vita a un paradosso interessante: è stata in principio il mezzo attraverso il quale disincantare il mondo, mentre diviene nella postmodernità uno dei fattori scatenanti di quello che chiamo il “reincanto del mondo”. Allo stesso tempo credo che i ricercatori citati, e in genere larga parte degli studiosi ottimisti del cyberspazio, pongano l’accento un po’ troppo sugli aspetti relativi all’aumento dell’intelligenza delle nostre società. A mio avviso il fenomeno si lega anche, e forse in misura preponderante, alla dimensione emozionale dell’esistenza, al pensiero del ventre piuttosto che a quello del cervello...

La necessaria brevità della citazione mi suggerisce di invitarvi a leggerla tutta in

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