Le identità vecchio stile, tutte d‟un pezzo, certe, definite, monolitiche e non negoziabili, oggi sono divenute semplicemente inadatte. Bauman ricorda le parole di un manifesto che, affisso sui muri di Berlino nel 1994, descriveva con ironia il mosaico che caratterizza il nostro vivere quotidiano e la nostra identità polimorfa postmoderna:
Il tuo Cristo è un ebreo. La tua macchina è giapponese. La tua pizza è italiana. La tua democrazia greca. Il tuo caffè brasiliano. La tua vacanza turca. I tuoi numeri arabi. Il tuo alfabeto latino. Solo il tuo vicino è uno straniero»
Alcune sere fa ho visto in TV Zygmunt Bauman, uno dei più autorevoli ed ascoltati pensatori dell'età contemporanea, a lui si deve la definizione della modernità liquida di cui è uno dei più acuti studiosi, ospite di Fabio Fazio (vedi) ha presentato il suo libro ‘Vite che non possiamo permetterci’ (credo che prossimamente ne regalerò una copia ad un caro amico). Ho pensato di proporvelo nel filmato per introdurvi ad un altro saggio che ho letto giorni fa nei quali si tracciano gli scenari della postmodernità “, della società dell‟incertezza”, della “modernità liquida”, della “società individualizzata”, ad indicare come in essa prevalgano l‟incertezza, la perdita di senso, la liquidità, l‟individualismo … «Il mondo attorno a noi è tagliuzzato in frammenti scarsamente coordinati, mentre le nostre vite individuali sono frammentate in una serie di episodi mal collegati fra loro». Il saggio in questione, da Quaderni di Intercultura Anno II/2010, è
Ci dice del … passaggio da un sistema relativamente stabile, segmentato e differenziato ad un sistema continuo, fluido, in trasformazione ed evoluzione permanenti, passaggio che è determinato dai processi in atto nella società contemporanea, che toccano tutti gli aspetti dell‟esistenza umana e del suo declinarsi in termini collettivi, destrutturando gli a-priori tradizionali della vita sociale (Stato, Chiesa, famiglia, scuola, persona) e le possibilità di costruzione delle identità che erano ad essi connesse. Queste trasformazioni che tutti noi stiamo vivendo provocano la ‘sempre piu rapida‘ °liquefazione delle strutture e delle istituzioni sociali, frantumano i tempi e gli spazi comunitari, si ramificano nello strutturarsi e destrutturarsi delle soggettività.
Abbattendo i limiti e i confini, problematizzano in maniera significativa. e talvolta preoccupante. la costruzione dell’identità, dell’appartenenza e delle organizzazioni relazionali che ne sono il campo di esperienza e di elaborazione, e regolano conseguentemente le questioni dell’intimità e la costruzione del rapporto individuo-comunità.
Il saggio procede all’analisi di questi nodi cruciali dopo aver portato l'attenzione su alcuni temi, che stanno emergendo con sempre più vigore, strettamente connessi con la questione identità-alterità: il prevalere del soggettivismo e del pensiero debole, il rapporto tra relativismo e relatività, la dialettica verità-dubbio.
Se è vero che nessuno può avere la certezza che ciò che osserva corrisponda alla realtà oggettiva, occorre riconoscere anche che l‟impossibilità di definire la verità di ciò che si conosce obbliga a riaffermare la ineludibilità della dialettica verità/dubbio. Tutti sappiamo che, muovendosi all’interno di questa dialettica, si continua ad avere bisogno di sicurezze, punti fermi, valori, verità anche parziali, ma che rimane altrettanto importante il porsi delle domande e mettere in crisi le proprie certezze. È bene nutrire riserve nei confronti di tutti coloro che non hanno mai dubbi sul loro punto di vista (scientifico, etnico, politico religioso, etc.), così come è bene dubitare sempre di chi non dubita di niente.
Vi consiglio di leggerlo.
Bertrand Russell, forse in una maniera un po’ cruda ma efficace, scrive: «La causa principale dei problemi è che al mondo d‟oggi gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi».
(consideratelo un tema Pasquale)
Abbattendo i limiti e i confini, problematizzano in maniera significativa. e talvolta preoccupante. la costruzione dell’identità, dell’appartenenza e delle organizzazioni relazionali che ne sono il campo di esperienza e di elaborazione, e regolano conseguentemente le questioni dell’intimità e la costruzione del rapporto individuo-comunità.
Il saggio procede all’analisi di questi nodi cruciali dopo aver portato l'attenzione su alcuni temi, che stanno emergendo con sempre più vigore, strettamente connessi con la questione identità-alterità: il prevalere del soggettivismo e del pensiero debole, il rapporto tra relativismo e relatività, la dialettica verità-dubbio.
Se è vero che nessuno può avere la certezza che ciò che osserva corrisponda alla realtà oggettiva, occorre riconoscere anche che l‟impossibilità di definire la verità di ciò che si conosce obbliga a riaffermare la ineludibilità della dialettica verità/dubbio. Tutti sappiamo che, muovendosi all’interno di questa dialettica, si continua ad avere bisogno di sicurezze, punti fermi, valori, verità anche parziali, ma che rimane altrettanto importante il porsi delle domande e mettere in crisi le proprie certezze. È bene nutrire riserve nei confronti di tutti coloro che non hanno mai dubbi sul loro punto di vista (scientifico, etnico, politico religioso, etc.), così come è bene dubitare sempre di chi non dubita di niente.
Vi consiglio di leggerlo.
Bertrand Russell, forse in una maniera un po’ cruda ma efficace, scrive: «La causa principale dei problemi è che al mondo d‟oggi gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi».
(consideratelo un tema Pasquale)
link:
IDENTITÀ E ALTERITÀ NELLA SOCIETÀ POSTMODERNA: QUALE DIALOGO?
School of Sociology and Social Policy - The Bauman Institute - University of Leeds
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