19 aprile, 2011

La Puglia opulenta nella storia archeologica di Gravina

Gravina, tra Tardo Neolitico e Tardo Romano, di Peppino Schinco
Scritto da Nino Sangerardi
Martedì 19 Aprile 2011 16:02


Alastair Small: "Noi anglofoni abbiamo, temo, non sempre fatto ciò che avremmo dovuto fare per rendere le nostre scoperte accessibili nella lingua italiana ... il libro di Schinco è meritorio perchè rende le scoperte archeologiche più facilmente comprensibili all'uomo della strada".

Oggi, A.D. 2011, a che punto è il patrimonio archeologico di Botromagno?
Le diverse zone degli scavi risultano preda facile del degrado fisico e dell'incultura politica locale di stampo precapitalistico e clientelare, nonchè oggetto di sequestro giudiziario-inchiesta della Procura di Bari che indaga consulenti-architetti intraprenditori locali della Sidin srl e amministratori pubblici del Consorzio Sidinon a fronte di un finanziamento statale di 12,5 miliardi di lire mal spesi e però il tutto bonificato dalla prescrizione grazie alla Legge Cirielli-Berlusconi.


Botromagno: Un patrimonio immenso e inestimabile buttato alle ortiche


I reperti sono dispersi tra le stanze della Fondazione Pomarici Santomasi, il Museo archeologico di Altamura (territorio di murgia pietrosa che di archeologico qualcosina ha: invece permane il luogo comune che vuole Gravina terra di murgia: in realtà, la città di 71 Vescovi e un Papa, Pier Francesco Orsini diventato Benedetto XIII, possiede 40 mila ettari di cui gran parte ottimi per coltivare grano e vino) e il Museo archeologico gravinese ubicato nel vecchio seminario diocesano ma chiuso a studiosi e pubblico da più anni. Quadro socio-culturale purtroppo infelice di un paese di 34 mila abitanti ormai dormitorio e economicamente depresso.
Già, Gravina Urbs Opulenta è solo un pregevole e nobile ricordo.
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Il libro è pubblicato da Centro ricerche di storia religiosa in Puglia

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