13 dicembre, 2015

Babbo Natale è morto anzi no. Errata corrige.


Un giornale si è scusato dopo aver annunciato la morte di Babbo Natale. 

No, non piange l'albero per Babbo Natale: il più grande quotidiano norvegese ha chiesto scusa venerdì scorso, 4 dicembre, per la pubblicazione di un avviso di morte che annunciava la sua morte, alla veneranda età di 227 anni. 

Tale avviso pubblicato nella sezione necrologi del sito internet dell'Aftenposten si annunciava che Olausen Julenisse (Olausen Babbo Natale) era morto lo stesso giorno a Capo Nord, dopo una lunga esistenza, visto che era nato il ... 12 dicembre 1788. I funerali si sarebbero tenuti il 28 dicembre presso la "cappella del Polo Nord". 

"Aftenposten ha regole severe sul contenuto e l'uso dei simboli nei nostri necrologi", ha detto il redattore Capo Håkon Borud."Questo annuncio è una distorsione (di tali norme) e non avrebbe dovuto essere pubblicato", ha detto in un articolo on-line sul sito web del giornale. 

https://twitter.com/marinadimattia1/status/675585579753603072
Infine, Santa (Santa Claus, Babbo Natale, sta bene e si sta preparando per una tournée planetaria ... 

Nessuna preoccupazione, dunque, qui da noi è stato visto da Marina Dimattia (corrispondente. Gazzetta del Mezzogiorno) che ci rassicura sulla sua esistenza. É stato fotografato in piena attività sul treno FAL durante la distribuzione dei regali ai dipendenti.

12 dicembre, 2015

Pensi di leggere il Corano e invece è la Bibbia

Un piccolo esperimento condotto per strada sui testi sacri e le religioni ha dato risultati sorprendenti. 

https://www.rt.com/news/325011-netherlands-prank-bible-koran/
La storia è quella di Sasha e Alexander, due giovani olandesi, che hanno condotto un piccolo esperimento, hanno comprato una Bibbia su cui hanno messo una copertina su cui è scritto: il Sacro Corano. La loro idea? Mostrarci l'ignoranza, i miscugli e i preconcetti in materia di cristianesimo e islam. 
Per far questo, essi hanno avvicinato la gente per strada e letto alcuni passaggi. In realtà leggevano o recitavano passi dalla Bibbia, presentandoli come versetti coranici. 

Tra questi brani:
- "Se un uomo giace con un uomo come si fa con una donna, tutti e due commettono un abominio; saranno puniti con la morte". (Levitico)

- "Se malgrado ciò non mi ascolterete e vi opporrete a me, (...) mangerete la carne di vostro figlio, mangerete la carne delle vostre figlie". (Levitico 26,21-29). 

Ma quando gli intervistati hanno fatto sapere che questo era il testo del Vecchio Testamento e non del Corano, sono caduti in stato di choc, non immaginando che ci potessero essere scritti così radicali come quelli ... 

11 dicembre, 2015

La Fatwa contro i gruppi terroristici approvata dai leaders musulmani.

Una fatwa contro il Gruppo Daesh massicciamente supportata. 
70.000 leader musulmani riuniti in India hanno adottato una fatwa nei confronti di vari gruppi terroristici.

97th URS E RAZVI 2015 | Bareilly

Più di 70.000 leader musulmani hanno adottato una fatwa (parere legale islamico), condannano la violenza estremista perpetrata da gruppi terroristici, tra cui il gruppo Daesh, o i talebani di Al-Qaeda. Questi gruppi sono stati descritti come "non-musulmani", riporta il Times of India

Il documento è stato approvato da più di 1,5 milioni di seguaci, l'ultimo giorno della cerimonia di "Urs-e-Razwi", a Bareilly in Uttar Pradesh (India). La cerimonia annuale che celebra il 97° anniversario della morte di Ahmed Raza Khan Barelvi figura del sufismo in India, ferocemente contrario all'Islam radicale e all'uso della violenza. 

"È scritto nel Corano che uccidere un innocente equivale a uccidere tutta l'umanità", ricordano i firmatari. "I membri di queste organizzazioni non sono musulmani", dice la fatwa. 

In quella circostanza si è evidenziato anche dei pericoli di alcune affermazioni "di odio", come quelle recenti di Donald Trump, denunciando le operazioni militari a che hanno danneggiato i civili siriani. I giornalisti sono stati invitati a "cessare di qualificare gruppi terroristici di organizzazioni musulmane" per evitare equivoci.

L'India ospita la terza più grande comunità musulmana nel mondo. I Musulmani indiani rappresentano il 14% della popolazione totale. Diverse iniziative simili sono state recentemente annunciato, ma mai di questa portata. Lo scorso settembre, un migliaio di leader musulmani indiani hanno firmato una condanna alle azioni del gruppo Daesh e denunciato i loro atti "inumani e non islamici". 

In seguito agli attentati di gennaio a Parigi, l'Alto Consiglio degli Ulema del Marocco aveva emesso una fatwa per criminalizzare il Daesh. In questa sede si è anche voluto ricordare la vera definizione del jihad: "Questo si rivolge a sè stessi attraverso l'educazione, attraverso il pensiero, attraverso la scrittura e il denaro per il benessere e lo sviluppo socio-economico" (I quattro gradi attraverso i quali si manifesta - vedi). 

Si riferisce a diversi versetti del Corano, uno dei quali dice: "Non attaccare, Dio non ama coloro che attaccano". 

Anche I leader religiosi della Bosnia, Il Cairo ed Arabia Saudita si sono espressi in questa direzione, definendo gli attentati a Parigi nel mese di gennaio "peccato contro Dio" e appellandosi "al mondo intero di unirsi per affrontare il mostro rappresentato dal terrorismo". 

Adora la magia, l'orango, e scoppia a ridere.



http://mashable.com/2015/12/09/orangutan-sees-magic-trick/#j9J4Hq7yFqqAMERAVIGLIOSO, non ho resistito, agli sghignazzi del cugino orango e li propongo ai miei amici e lettori.


I trucchi magici possono lasciarci perplessi e farci chiedere come hanno fatto. Ma aspettate e vedete come un curioso orangutan ha reagito ad una magica sparizione. 

In uno zoo di Barcellona, di fronte a una guardia, che ha fatto scomparire sotto i suoi occhi una castagna, l'animale si è semplicemente scompisciato dalle risate, felicissimo. 

10 dicembre, 2015

Lo sciopero del sesso, come funziona esattamente?


Questo post era stato scritto tempo fa e, per diverse ragioni, perduto nei meandri del PC. Con ritardo rispetto agli eventi ma interessante nei contenuti. lo propongo perchè parte della storia di questo nostro mondo. 

Le abitanti del Togo (Togolesi, Africa 6,817 milioni nel 2013) hanno tirato fuori un'arma letale per chiedere l'allontanamento del regime: lo sciopero del sesso. Ma esiste un'effettiva efficacia di tale strategia. 

https://it.wikipedia.org/wiki/LisistrataLisistrata (disegno di Aubrey Beardsley)Nel V secolo aC, una guerra tra le due città nemiche, Sparta e Atene, imperversava in Grecia (guerra del Peloponneso)

Per riportare la pace nel suo paese, la bella Lisistrata, ateniese, invitò le donne greche ad iniziare uno sciopero totale del sesso fino a quando gli uomini non avessero smesso di combattere. 

La piéce teatrale ideata dal drammaturgo greco Aristofane 2.500 anni fa, presenta ancora qualche eco nella società contemporanea, in questo caso, in Africa Occidentale. 

Il 26 agosto, un gruppo di donne chiamato Let's save Togo hanno invitato "tutte le cittadine" ad osservare una settimana di astinenza, per costringere gli uomini a mobilitarsi per il rinvio delle elezioni parlamentari e le dimissioni del presidente Faure Gnassingbé

Può il corpo femminile diventare strumento di coercizione? Per Isabelle Ameganvi, avvocato e membro del Comitato Esecutivo di Alleanza Nazionale per il Cambiamento (ANC, opposizione), non c'è alcun dubbio. 

"Le donne usano il loro corpo come arma di lotta perché gli uomini hanno sempre deciso al loro posto e usano e abusano dei loro corpi. Oggi, il sesso della donna serve una nobile causa, è un mezzo di espressione". 

Infatti, alcune donne hanno preso una consapevolezza precoce della potenza del loro corpo e utilizzano i loro attributi per giocarli con gli uomini, usando i registri sessuali e materni loro attribuiti nella militanza politica. 

Senza voler generalizzare, gli uomini credono di avere un potere naturale e usano le donne come oggetti sessuali. Lo sciopero del sesso è un modo per le donne per far sapere che possono essere qualcosa di diverso, possono uscire dalla sfera domestica per andare verso la politica. 

Ma le donne si allontanano assai difficilmente da questa sfera. Esse sono spesso viste come madri adottive ed esecutrici di attività domestiche, hanno i compiti di casa, figli, marito e devono soprattutto assicurare la prole

Inoltre, analizzando l'uso della terminologia "sciopero del sesso", ci rendiamo conto, come evidenzia Ofelia Rillon, dottoranda in storia africana presso il Centro per lo Studio dei mondi africani (CEMAF), che il sesso, in quanto un atto di piacere e di riproduzione, è considerato un lavoro delle donne e appartiene alla sfera del lavoro domestico. 

Lo sciopero del sesso, quindi, secondo l'antropologo, sarebbe un "attentato all'uomo, perchè l'astinenza mette in pericolo il lignaggio stesso. Il che rinvia alla sua stessa incapacità, la sua incapacità a governare il Paese". Infatti, se gli uomini detengono il potere, le donne sono le prime vittime del malgoverno di un paese. 

http://edition.cnn.com/2012/08/26/world/africa/togo-sex-strike/index.html"Quando la ricchezza è accaparrata e c'è l'aumento della disoccupazione, è alle donne che incombe il compito di prendersi cura dei loro figli e dei mariti che non trovano lavoro", spiega Isabelle Améganvi. 

Il sesso sembra permettere alle donne di esprimersi e di sfidare il potere degli uomini, ma ha un'altra funzione. Serve anche come arma politica per le attiviste. 

"Donne attiviste stanno sviluppando la loro sessualità come strumento politico invece che oggetto sessuato, secondo il clichè ad esse attribuito. Spesso, si fa appello a donne come esseri sessuali nelle organizzazioni: come madri, mogli ecc. mentre agli uomini spetta la direzione delle organizzazioni, i principali discorsi etc. e li sono ben piantati. Le donne sono relegate a lavori umili: organizzano il movimento nella base, diffondono le parole d'ordine nei quartieri, alimentano i militanti", evidenzia Ophélie Rillon, la tesi si concentra sul tipo di lotte sociali e politiche in Mali (1960-2009)

Una divisione di genere di attivismo che si trova già in Guinea, durante la lotta per l'indipendenza nel 1950.

Per consolidare il suo potere, il futuro presidente Sekou Toure aveva allora esortato le sue simpatizzanti a praticare il ricatto sessuale ai loro mariti per costringerli ad aderire al Partito nazionalista (PDG-RDA). Come arma politica. 

Questo attivismo non è il primo del suo genere nel continente africano, ne abbiamo già parlato. Negli ultimi dieci anni, gli eventi più mediatizzati sono probabilmente quelli del Kenya e della Liberia cui le cui donne togolesi si sono ispirate. 

Nel 2009, in Kenya, un gruppo di donne aveva decretato una settimana di astinenza sessuale per costringere i politici a riformare il paese in seguito ad una grave crisi tra il presidente in carica e il suo rivale.

Un processo che aveva dato i suoi frutti, tanto che il capo dello Stato e il capo del governo avevano finalmente firmato un accordo di condivisione del potere 
(Mwai-Kibaki e Raila-Odinga). 

Anche il successo in Liberia nel 2003, quando il militante Leymah Gbowee, per far avanzare i colloqui di pace tra l'ex presidente Charles Taylor e i vari signori della guerra, aveva invitato all'astinenza.


Se gli scioperi del sesso non hanno avuto effetti concreti, sono però serviti come vera e propria arma pubblicitaria contro l'opposizione. Arma d'attacco ben compresa dal gruppo Let's save Togo la cui chiamata all'astinenza superò i confini del paese. 


Dopo i fatti descritti, l'informazione fu relegata alla stampa internazionale, negli Stati Uniti passando per la Cina.

Mentre molte di queste azioni ha avuto luogo in Africa, i casi di sciopero del sesso non sono appannaggio di questo continente.

In Colombia e in Belgio, altri casi di chiamata all'astinenza sono stati registrati, però, in Togo, Kenya e Liberia, questo tipo di azione sembra essere di importanza nazionale ed è sembrato influenzare il destino del paese. 


Una mania attivista in parte dovuta alla forte presenza delle donne imprenditrici in tutti e tre i paesi. Questo è il caso delle donne di affari del Togo specializzate nella vendita di perizoma, chiamato Nanas Benz. Queste "donne del mercato" per prime hanno introdotto su larga scala la tedesca Mercedes-Benz nel paese.

"La dittatura paralizzante dell'ex Presidente togolese Eyadema e la disoccupazione crescente hanno costretto le donne a diventare capi delle famiglie e di essere finanziariamente indipendenti. Grazie alla loro azione, Nanas Benz ha conquistato il diritto di esprimersi e di avere un posto nella lotta", ha dichiarato Jean-Pierre Dozon.
A ciò si aggiunga, ad un livello sociale più basso, l'esistenza di una forte vita collettiva femminile che avrebbe anche permesso l'aumento della militanza.

P
er Catherine Coquery-Vidrovitch, "le associazioni di donne chiamate "tontine" che mettono in comune i loro risparmi per la soluzione di problemi particolari o collettivi avrebbe permesso alle donne di inventare nuove forme politiche di lotta". 

Un supporto che si ritrova nei rituali africani. 

"I ruoli di genere sono chiaramente differenziati in questi paesi. Qui, la solidarietà femminile è molto presente, dice Jean-Pierre Dozon. In Costa d'Avorio, per esempio, quando una donna muore di parto, tutti gli uomini sono cacciati fuori dal paese, perché ritenuti responsabili di questa morte. Le donne poi prendono il potere. Questi rituali riconoscono il diritto delle donne a ribellarsi".