08 maggio, 2023

I mammiferi non umani hanno il loro genoma sequenziato

Per capire meglio chi siamo, gli scienziati hanno prima sequenziato il nostro genoma. Poi si sono rivolti agli altri mammiferi. Sono già state analizzate circa 240 specie. 
 
“Zoonomia” ovvero svelare i segreti della diversità genetica dei mammiferi. 

Questo il titolo dell'edizione del 28 aprile del settimanale americano Science

In copertina sono realizzati due pangolini a squame piccole (Phataginus tricuspis), un piccolo tenrec-riccio (Echinops telfairi), una unau di Hoffmann (Choloepus hoffmanni), una fossa (Cryptoprocta ferox) e un aye-aye (Daubentonia madagascariensis) prendi il ritratto. 

Dopo il Progetto Genoma Umano che, nei primi anni 2000, era riuscito, per una grossa somma di denaro, a sequenziare quasi l'intero genoma umano, gli scienziati si sono imbarcati in un'avventura simile. 

Il loro obiettivo? Sequenziare il genoma di quanti più mammiferi possibile, 'una delle classi di animali più diversificate sia per dimensioni che per forma, quasi ai limiti dell'immaginazione', scrive Science in un résumé per il dossier destinato al grande pubblico

Imparare di più sui mammiferi non umani è come imparare di più su di noi, sulla nostra evoluzione e sulla nostra salute. 

Si é così formata una collaborazione scientifica internazionale attorno al progetto Zoonomia, che prende il nome da un libro scritto nel 1794 dallo studioso Erasmus Darwin, nonno di Charles Darwin

Un compito a lungo termine poiché, ad oggi, sono state identificate circa 6.500 specie di mammiferi. Il consorzio Zoonomia, che riunisce più di 150 ricercatori in tutto il mondo, condivide, attraverso numerose pubblicazioni in questo numero di Science, i risultati delle analisi dei 240 genomi già sequenziati. 

I ricercatori li hanno usati per identificare i tratti adattativi e la morfologia delle specie e scoprire innovazioni evolutive specifiche dei mammiferi per mirare a geni potenzialmente collegati a patologie negli esseri umani. 

«Un progetto che potrebbe eventualmente aprire la strada a iniziative simili in altri gruppi tassonomici», conclude Science. 

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