04 febbraio, 2021

La salute mentale della generazione Z è in sofferenza

Secondo uno studio internazionale, i giovani lavoratori sono quelli che, psicologicamente, soffrono di più dell'attuale situazione sanitaria. La generazione Z è la più colpita psicologicamente dalla pandemia. Più di ogni altra. 

Secondo uno studio su oltre 12.000 persone in 11 paesi, quasi il 90% dei giovani lavoratori afferma che Covid-19 ha avuto un impatto psicologico negativo su di loro. E il 94% sottolinea che lo stress sul lavoro ha un impatto anche sulla vita familiare. 

La generazione Z (i nati tra il 1997 e il 2010) hanno il doppio delle probabilità rispetto ai baby boomer di fare gli straordinari durante la pandemia. Per quanto riguarda i millennial (anni '80-fine anni '90), è più probabile che abbiano subito il burnout rispetto ai baby boomer, rivela un nuovo rapporto di Oracle e Workplace Intelligence, una società di ricerca e consulenza sulle risorse umane. 

Inoltre, l'84% degli intervistati della Gen Z e il 77% dei Millennial afferma di preferire rivolgersi a consulenti virtuali piuttosto che a esseri umani per supporto psicologico. 

La pandemia è anche particolarmente difficile per i dirigenti, afferma lo studio. Hanno avuto più difficoltà dei loro dipendenti ad adattarsi alle nuove condizioni di lavoro legate alla situazione sanitaria. 

Più della metà delle persone in posizioni di alto livello afferma di aver avuto difficoltà ad adattarsi psicologicamente al proprio posto di lavoro, rispetto al 45% dei dipendenti. Allo stesso modo, l'85% dei dirigenti afferma di avere notevoli difficoltà a lavorare da remoto. 

La pandemia e i suoi effetti sulla salute mentale sono vissuti in modo diverso nelle diverse regioni del mondo. India (89%), Emirati Arabi Uniti (86%), Cina (83%) e Stati Uniti (81%) sono i paesi in cui il maggior numero di dipendenti ha affermato che la pandemia ha avuto un impatto negativo sulla loro salute mentale. 

Al contrario, l'Italia è il Paese con la percentuale più bassa di lavoratori psicologicamente colpiti dalla pandemia (65%). 

"La pandemia ha cambiato il nostro modo di lavorare", commenta Emily He, vicepresidente senior di Oracle Cloud HCM. Burnout, stress e altri problemi di salute psicologica stanno diventando comuni. 

"Ognuno è stato colpito in modi diversi. Le soluzioni messe in atto dall'azienda devono riflettere questa disparità. Nel complesso, questo sondaggio mostra che l'uso della tecnologia per migliorare la salute mentale dei dipendenti deve diventare una priorità all'interno di ogni organizzazione".

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