Le nuove regole emanate dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti mirano ad accelerare l'esecuzione di altri cinque condannati a morte prima della fine del mandato di Trump e ad espandere i termini della pena di morte a livello federale.
Tradizionalmente, negli Stati Uniti, i presidenti uscenti che non vengono rieletti sospendono le esecuzioni o convertono le condanne dei condannati a morte, ma Donald Trump ha chiaramente deciso di fare il contrario, riporta il New York Times e sottolinea che il Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti "Accelera il calendario federale per le esecuzioni dei condannati a morte" prima della fine del mandato dell'attuale inquilino della Casa Bianca.
L'ultima esecuzione, del detenuto afroamericano Orlando Cordia Hall, condannato a morte per il rapimento, lo stupro e l'omicidio di una ragazza di 16 anni, è avvenuta il 20 novembre con iniezione letale in una prigione dell'Indiana.
Inoltre il 14 luglio 2020, il condannato a morte Daniel Lewis Lee è stato il primo prigioniero federale ad essere giustiziato dopo diciassette anni.
L'amministrazione Trump non si fermerà qui, dice il prestigioso quotidiano statunitense:
'La scorsa settimana, il ministero della giustizia ha annunciato di aver pianificato l'esecuzione di altri tre detenuti oltre alle due esecuzioni già programmate, che porterebbero a tredici il numero dei condannati a morte giustiziati da luglio. Il numero più alto di esecuzioni federali almeno dal 1927'.
Il ministro della Giustizia americano ha anche emesso nuove regole per "ampliare il modo in cui la pena di morte è amministrata a livello federale fino ad includere l'uso di plotone di esecuzione e la sedia elettrica". Per decenni, le esecuzioni federali sono state eseguite "solo mediante iniezione letale", ricorda il New York Times.
Ruth Friedman, direttrice del Federal Capital Habeas Project, che ha difeso il primo condannato a morte giustiziato durante il mandato di Donald Trump, condanna queste nuove regole, che secondo lei costituiscono un "abuso di potere", ed è sorpresa del la determinazione dell'amministrazione Trump a giustiziare frettolosamente i condannati a morte prima dell'entrata in carica del nuovo governo di Joe Biden, che ha dichiarato di voler abolire la pena di morte a livello federale.
Per il settimanale The New Yorker, che ricorda che “da diciassette anni non si è verificata alcuna esecuzione a livello federale”, ossia una moratoria de facto sulla pena di morte, queste esecuzioni a catena costituiscono “l'ultima crudeltà di Donald Trump".
Il settimanale di New York parla della prossima esecuzione programmata, che avrà luogo a Terre Haute, nell'Indiana, tra due settimane.
Sarà quella di Brandon Bernard, un afroamericano quarantenne che “ha trascorso più della metà della sua vita nel braccio della morte”, dopo essere stato condannato a morte per complicità in omicidio. (in particolare per aver fornito l'arma del delitto), quando aveva solo 18 anni.
Il settimanale conclude:
"Un governo respinto dalla maggioranza degli elettori non dovrebbe avere il diritto di mandare a morte Brandon Bernard, o chiunque altro".
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