01 ottobre, 2017

Una campagna pubblicitaria, nei campus belgi, invita gli studenti a prostituirsi

Un sito speciale di incontri norvegese ha lanciato una campagna nei campus di diverse università belghe. 

http://plus.lesoir.be/116093/article/2017-09-25/quand-la-prostitution-se-cache-derriere-un-site-de-rencontres#
Essa è rivolta specificamente alle studentesse, a cui propone di incontrare 'sugar daddies', cioè uomini benestanti e anziani, per soddisfare le loro esigenze. 

Il minimo che si possa dire è che i destinatari di questa campagna pubblicitaria sono chiaramente identificabili: 'Hey les étudiants! (Hey, studenti) Migliorate il vostro stile di vita, uscite con un SUGAR DADDY'. 

Questo slogan, dice Le Soir, è proposto da RichMeetBeautiful, un 'sito di incontri' un po' singolare, propone di mettere dei sugarbabies cioè giovani studenti, con i sugardaddies, vale a dire uomini di mezza età, dalla agiata situazione finanziaria'. In altre parole, 'un sito ... di prostituzione studentesca'. 

La società norvegese ha annunciato che la sua campagna si diffonde su supporti mobili e 'punta alle università'. Infatti, come dice La Dernière Heure, 'lunedì (25 settembre) gli studenti del mattino della Libera Università di Bruxelles hanno scoperto con stupore la pubblicità della campagna del sito di incontri' sul sito dell'università. Nel corso del fine settimana, altre università avevano visto gli stessi poster nei loro campus. 

Da parte sua, su Le Soir, l'amministratore delegato Sigurd Vedal si è difeso: 'Non promuoviamo la prostituzione, ma l'aspetto finanziario, che fa parte di ogni rapporto'. 

I manifesti tuttavia hanno suscitato indignazione sulle reti sociali e all'università, una denuncia è stata presentata al giurì dell'etica pubblicitaria. 

Il quotidiano della capitale ha incontrato il sociologo Renaud Maes, che ha studiato la prostituzione studentesca in Belgio. Questi Insiste: 

'Quello che mi sembra più importante è che la prostituzione studentesca si basa sulla crescente precarietà degli studenti. Se vogliamo veramente fermarla, non è sufficiente impedire alla pubblicità di raggiungere gli studenti, dobbiamo assicurarci che non attecchisca e combattere contro la precarietà!'. 

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