28 ottobre, 2015

La Sharia non impone alle donne di coprirsi il volto


In Pakistan, The Council of Islamic Ideology si è pronunziato sull'obbligo di indossare il niqab. Un timido segno di apertura di un paese conservatore.

https://themuslimissue.wordpress.com/2014/10/27/pakistani-council-of-islamic-ideology-declares-womens-existence-anti-islamicLa principale autorità religiosa in Pakistan, che appena un anno fa aveva dichiarato che la stessa esistenza della donna è anti-Islam (fonte, The Islam Issues), ha dichiarato che la legge islamica non richiede alle donne di coprire viso, mani o piedi. Questa decisione, insolita per questa istituzione conservatrice, è stata salutata con favore dai difensori dei diritti umani. 

Il Consiglio dell'Ideologia Islamica (CII), creato nel 1962 per informare il Parlamento del Pakistan sulla compatibilità delle leggi del paese con la sharia, ha espresso questo parere in una riunione il lunedi 19 ottobre. 

Il presidente del CII, Maulana Muhammad Khan Sheerani tuttavia ha "consigliato alle donne di rispettare la morale e avere un atteggiamento umile nella società", lo ha detto il portavoce dell'istituzione. Il dignitario ha consigliato alle donne di "coprire le proprie membra al fine di evitare minacce o azioni pericolose". 

Una militante attiva per i diritti umani, Farzana Bari, ha ritenuto la decisione "incoraggiante". "É un segnale positivo, il clero sembra aver capito che la sua legittimità è chiamata in causa e la decisione è destinata a migliorare la sua immagine". 

La stessa ha detto che "I dignitari conservatori sono sulla difensiva, vedasi la decisione della Corte Suprema relativa alla legge sulla blasfemia, questo incoraggia il clero a parlare e discutere di una riforma di questa legge". 

La blasfemia per l'Islam è un argomento molto sensibile in Pakistan, che è una Repubblica islamica con 200 milioni di abitanti. Semplici accuse possono portare una folla a linciare qualsiasi sospetto. 

Proprio questo mese, la Corte suprema ha confermato la condanna a morte per l'assassino di un governatore provinciale che aveva espresso il suo sostegno ad una riforma della controversa legge contro la blasfemia. Questo verdetto storico è stato salutato, quindi, dai moderati come una vittoria contro l'estremismo religioso. 

Il CII, le cui raccomandazioni non sono vincolanti, è stato molto criticato per alcune decisioni in passato. L'anno scorso, il Consiglio aveva stimato che il divieto di matrimonio tra bambini era incompatibile con la legge islamica e ha chiesto al governo di modificare le sue leggi, con grande rabbia dei difensori dei diritti umani. 

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