Una "protesi nel cervello" ha permesso a due persone con la malattia di Charcot di guidare il cursore di un computer.
Due paralitici, con elettrodi inseriti nel cervello, hanno controllato il cursore di un computer con il pensiero. Un importante progresso verso lo sviluppo di dispositivi per migliorare il controllo delle disabilità.
Affetti da sclerosi laterale amiotrofica (SLA) o morbo di Lou Gehrig, una malattia che porta inevitabilmente alla paralisi, sono stati dotati di una serie di elettrodi impiantati nella corteccia motoria, la parte del cervello che controlla il movimento.
Con questi elettrodi utilizzati per decodificare i "segnali" emessi da questa parte del cervello, sono riusciti, immaginando il movimento, a spostare un cursore su uno schermo verso un bersaglio, dice un gruppo di ricercatori universitari degli Stati Uniti.
Questo tipo di "protesi del cervello", che lavora con apparecchiature elettroniche, potrebbe "migliorare la qualità della vita per le persone paralizzate", consentendo il controllo remoto dei computer, scrivono sulla rivista Nature Medicine.
Come parte della ricerca condotta dal gruppo di ricerca BrainGate2 il cui obiettivo è quello di sviluppare strumenti per la mobilità, la comunicazione e l'autonomia delle persone con handicaps. Un esperimento simile era stato condotto nel 2011 con un'altra persona paralizzata.
Questo tipo di "protesi del cervello", che lavora con apparecchiature elettroniche, potrebbe "migliorare la qualità della vita per le persone paralizzate", consentendo il controllo remoto dei computer, scrivono sulla rivista Nature Medicine.
Come parte della ricerca condotta dal gruppo di ricerca BrainGate2 il cui obiettivo è quello di sviluppare strumenti per la mobilità, la comunicazione e l'autonomia delle persone con handicaps. Un esperimento simile era stato condotto nel 2011 con un'altra persona paralizzata.
Da allora il sistema di interpretazione delle onde cerebrali è stato notevolmente migliorato per permettere un controllo del cursore "più veloce e più preciso" sullo schermo.
Questa esperienza può sembrare meno spettacolare di quella raggiunta nel 2011, anche questa di BrainGate2 da Cathy Hutchinson, un'americana tetraplegica in grado di manovrare un braccio robotico con una serie di elettrodi impiantati nel cervello.
BrainGate2 che comprende diversi centri di ricerca americani "esplora diversi modi per sfruttare i segnali del cervello" per permettere un giorno ai paralizzati il controllo di " dispositivi di controllo nel proprio ambiente".
Si può trattare del controllo di un braccio artificiale, ma anche del cursore di un mouse, prima che un giorno si attivi un "link" tra il cervello e l'arto paralizzato di una persona tetraplegica.
L'opera in questione qui descritta, rappresenta "un passo verso uno degli obiettivi finali, che è quello di consentire a un utente (paralizzato) di controllare con la semplice volontà un computer spostando un cursore e facendo clic su".
L'opera in questione qui descritta, rappresenta "un passo verso uno degli obiettivi finali, che è quello di consentire a un utente (paralizzato) di controllare con la semplice volontà un computer spostando un cursore e facendo clic su".
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