16 luglio, 2014

Come comprare una cameriera !

Acquistare una domestica a Singapore! 
La "Bengodi dell'Asia" è sempre più denunciata da diverse ONG per il trattamento dei lavoratori migranti. 


http://www.aljazeera.com/indepth/features/2014/06/buy-discount-maid-at-singapore-malls-201462495012940207.html
Monta la polemica nella piccola Repubblica di Singapore dopo il rapporto trasmesso da Al Jazeera. Il reportage denuncia il modo in cui è organizzato il mercato dell'assistenza a domicilio. Infatti, in molti negozi, è possibile trovare cameriere in vetrina che fanno sfoggio delle loro abilità: la gestione di una sedia a rotelle, il cambio di pannolini su bambole o fare e disfare all'infinito lo stesso letto. Un centro commerciale, il Bukit Timah, l'ha addirittura trasformata in una specialità, con diversi piani dai nomi evocativi come "Pulizie" (Homekeeper) o "cameriere a prezzi bassi" (Budget aid), i negozi espongono promozioni accattivanti, per esempio "sconto del 20% sulle indonesiane". Il personale non è altro che merce in attesa silenziosa e letargica del cliente, come un qualsiasi altro prodotto di consumo. Si tratta quasi esclusivamente di donne immigrate da paesi limitrofi: Myanmar, Filippine , Indonesia o addirittura Birmania. Alcuni di questi sono anche privi di documenti. Anche se la situazione è tutt'altro che nuova, questo tipo di organizzazione e gli abusi conseguenti sono tutt'altro che normali o corretti.
             
Queste donne sono spesso reclutate prima del loro arrivo a Singapore, attraverso una intervista telefonica o con la webcam. Come una normale piattaforma di scambio negozi di domestici fungono da punti di raccolta dove i clienti vengono a ritirare la loro merce-cameriera appena arrivata. Secondo Jolovan Wham, direttore esecutivo dell'Humanitarian Organisation of Migration Economics (HOME), gruppo che fornisce assistenza ai lavoratori migranti, la maggior parte di questi stazionano nel negozio poco più di una settimana, il tempo necessario per una visita medica obbligatoria. 
     
A volte capita che alcune cameriere restituite all'agenzia per un periodo di un mese. Queste "domestiche in trasferta", nel linguaggio delle agenzie di collocamento sono state restituite dal loro datore di lavoro originario o invitate ad allontanarsi dopo aver incontrato problemi sul posto di lavoro. Secondo Jolovan Wham, ci sarebbero oltre 215.000 domestici e cameriere a Singapore, quasi uno ogni 25 abitanti. 
    
Gli stereotipi razzisti abbondano. I luoghi comuni secondo i quali la Filippina è "intelligente", l'indonesiana "meno brillante" ma in compenso le birmane sono di "natura facile e compiacente"  e prevalentemente alte. Di qui la distinzione dei lavoratori comuni, non secondo le loro competenze, ma le loro origini. Il loro eventuale status di individui privi di documenti li pone anche in una posizione precaria di fronte alla legge nei rapporti con i loro clienti, impedendo loro lamentele per gli abusi talvolta subiti. 
"Per esempio, continua Jolovan Wham, non hanno il diritto a festività, ferie annuali, congedo di malattia o di maternità. Senza alcun limite di legge alle ore di lavoro, lasciando, quindi campo libero al traffico, sfruttamento e lavoro forzato". 
Ma i lavoratori legali sono anch'essi vulnerabili. Questo è ancora più vero visto che la legge richiede loro lavori domestici a tempo pieno con l'obbligo di risiedere presso i loro datori di lavoro, creando così una dipendenza di fatto. Quest'anno, dice Al Jazeera, una cambogiana è stata violentata dal padre del suo datore di lavoro, con il quale condivideva una stanza. Nonostante le sue ripetute richieste, nulla è stato fatto né dal datore di lavoro o dall'agenzia per cambiare la situazione prima dell'aggressione. Queste agenzie spesso godono di coperture. The Indonesian Family Network (IFN) elenca una serie di denunce da parte dei dipendenti sottostimate dal loro ufficio di collocamento. 
"Noi riceviamo costantemente appelli a proposito delle agenzie che non forniscono sostegno a sufficienza. Un caso per tutti, un'agenzia ha speso solo 20 dollari per sfamare 40 persone", 
dice il presidente della IFN Ummai Ummairoh.
            
Un caso tutt'altro che unico. Il PIL pro capite di Singapore è il quarto nel mondo, secondo la Banca Mondiale, che non deve far dimenticare le condizioni in cui vivono o, meglio, sopravvivono, alcuni dei suoi abitanti, in particolare quelli di recente immigrazione di origine asiatica. 
        
Va comunque detto che Singapore è ben lontana da avere il monopolio su tali abusi. Secondo  France24 imprese simili sono state osservate ad Hong Kong, Arabia Saudita o Qatar, paese di Al Jazeera! Un fatto stranamente ignorato dal potente canale del Qatar che si guarda bene dal parlare dei forti sospetti di schiavitù legati alla preparazione della Coppa del Mondo nel 2022, quando denuncia le condizioni "abusive" dei lavoratori per la Coppa del Mondo in Brasile.

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