17 marzo, 2012

Riomare, la pesca, la lettera di Greenpeace. Il tonno pescato male

CHIEDI AL LEADER DEL TONNO IN SCATOLA DI NON USARE PIÙ METODI DI PESCA DISTRUTTIVI

Una parte della lettera che si può spedire su suggerimento di Greenpeace:

Gentile Dottor Trovamala, Riomare è il leader indiscusso del mercato italiano del tonno in scatola e dovrebbe esserlo anche nell'assicurare la sostenibilità delle proprie scatolette ai consumatori. 
Mi sorprende, invece, scoprire che la Sua azienda non ha ancora preso un impegno deciso per eliminare totalmente dai propri prodotti tonno pescato con metodi di pesca distruttivi, come fatto da Mareblu, altro importante attore del nostro mercato.


La pesca con i FAD, ovvero quegli oggetti galleggianti utilizzati per concentrare i pesci, causa non solo la cattura di esemplari giovani di tonno, ma di numerosi altri animali marini, tra cui specie in pericolo, come squali e tartarughe. 
Si stima che per ogni 9 chilogrammi di tonni catturati si pesca 1 chilogrammo di altri animali "indesiderati". 
Rio Mare si è impegnato a usare tonno pescato con metodi sostenibili (quali canna o reti senza FAD) solo nel 45% dei suoi prodotti. Ma una "qualità responsabile" a metà non esiste.

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