17 ottobre, 2011

Eric Hobsbawm, perchè riscoprire l’eredità del marxismo


“È finalmente giunto il momento di prendere Marx sul serio.” Con il nitore, l’eleganza e l’autorevolezza di un maestro della storiografia, Hobsbawm ricostruisce l’ambivalente epopea del marxismo, dai moti del 1848 alla caduta del muro di Berlino, dal Gramsci dei Quaderni, oggetto di un caloroso tributo, al crollo dell’Urss. Sedici saggi che indagano la genesi di opere fondamentali, dal Manifesto del partito comunista al Capitale, passando per gli ermetici Grundrisse; ne studiano, dati alla mano, la circolazione e la diffusione; interrogano la fortuna e le metamorfosi del pensiero marxista in alcuni momenti chiave, come l’Inghilterra tardo-vittoriana, l’Europa fascista, la Guerra fredda, il 1989, ponendo il problema di una scomoda eredità. Un libro sobrio e penetrante che invita a fare i conti con uno snodo imprescindibile del nostro passato e regala uno sguardo illuminante sul futuro.

Su Micromega leggo: Hobsbawm, perchè riscoprire l’eredità del marxismo, di Maria Borio
Il volume miscellaneo di Hobsbawm non si pone, però, come un’apologia acritica del pensiero di Marx e dei suoi discendenti: quando l’autore parla di “riscoprire l’eredità del marxismo” fa riferimento alla necessità di recuperare alcune costanti concettuali di un pensiero che ha legato indissolubilmente la politica e la storia, la politica e la realtà. Lontano da qualsiasi tipo di storicismo, Hobsbawm evidenzia la storicità della filosofia marxista e del materialismo che la contraddistingue: la politica non è mai solo ideologia, l’ideologia non esiste davvero senza un riferimento alla realtà; la politica dovrebbe essere, quindi, ideologia applicata alla realtà e la politica dovrebbe avere il compito di fare la storia.

Nell’epoca del postmodernismo, che ha determinato un cambiamento drastico dei valori e degli assetti nella società occidentale, il principio materialistico si è andato via via assottigliando fino ad essere annullato: la fiction ha sopravanzato il reale. La politica è stata trasformata in una fiction di poteri; la società ha smantellato la coscienza di se stessa (che, secondo l’analisi di Hobsbawm, era riuscita a conquistare attraversando i conflitti tra le forze opposte del “secolo breve”, esemplate - nell’ambito marxista - dal binomio capitalismo-comunismo: cfr. E. H., Il secolo breve, 1994) perché regolata dai parametri della fiction. ... leggi tutto su
Pagine su Hobsbawm
sul sito della fondazione Balzan 
Eric Hobsbawm: lettera ad Antonio Gramsci

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