Ieri sera preso da improvviso desiderio ho visitato
il frigo per un rapido inventario e ho intravisto sul fondo paccheri freschi e
succo di mirtillo. La casa spoglia di avventori, tutti al mare, mi ha indotto
all’insana sperimentazione.
Avevo conservato queste cose prevedendo, ahi lasso
me, una visita di persone che di paccheri se ne intendono, particolarmente
golose, che spesso sorseggiano a mirtillo. Ho deciso di consumarle pensando che ormai non sarebbero mai
più venute, disdegnando questi lidi (ed anche perché mi stavano scadendo), ho
conservato, però, l’aglianico per Ugo, la cedrata per Giusy, la polpa Mutti per Lello e i
‘napolitaner’ per Italo, conto di vederli presto. Poi ho provato a cimentarmi
con la ricetta trovata su > paccheri in riva al mare <, dopo una breve ricerca su google.
La foto sopra è presa da Trip advisor, cercavo di dimenticare un evento in via ‘Vittorio Veneto’ ma ho subìto una vera propria ‘Beresina’, culinaria voglio dire, una vera schifezza estiva, che ho annegato con un po’ di slivovica distillata in casa nei Balcani.
Il ricordo rimarrà imperituro nella mente.
Ho già provveduto a ricoverare tutto nell’umido
conservando il residuo mirtillo, che fa bene alla circolazione, lo finirò
domani.
Facendo finta di niente, prossimamente, spierò
Lello, ottimo cuoco, quando lo costringerò ai fornelli, (magari con Ugo, Giusy
e Italo se non è stato morso da un cliente prima che dalla fame) o, meglio, la
sua deliziosa consorte ed ottima cuoca Teresa, forse imparerò a non
impiastricciare.
Perdonate queste digressioni insignificanti,
pensieri d’estate, sono soltanto anteprima delle cavolate d’autunno, meglio
comunque dell’indigeribile biscotto
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