24 settembre, 2016

La vita spaventosa degli invisibili, sterilizzati, perseguitati. Ora esce dall'ombra

"Se non parliamo di noi nessuno se ne curerà". 
http://edition.cnn.com/2016/08/25/living/cnnphotos-transgender-in-turkey/
I transgender della Turchia escono fuori dall'ombra. Quest'anno, per alcuni mesi, il gruppo spagnolo, composto dalla giornalista Nuria Teson e dal fotografo Miguel Ángel Sánchez, ha intervistato e fotografato venti membri della comunità transgender. Le loro storie rivelano condizioni di vita spaventose. 

Qui i transgender vengono respinti e, quasi tutti, abbandonati dalle loro famiglie. Per sopravvivere e perché non hanno scelta, diventano lavoratori del sesso, dice la giornalista. 

"In Turchia, come in molti paesi, la legge impone alle persone transgender di essere sterilizzate, se vogliono cambiare sesso ed essere in grado di richiedere una nuova carta d'identità". 

Nel mese di agosto 2016, l'assassinio della militante per la causa LGBT di 22 anni, Hande Kader, icona del Gay Pride di Istanbul, orrendamente mutilata, aveva colpito ed emozionato la comunità transgender. É diventata famosa per aver affrontato il 28 giugno 2015 le forze dell'ordine che avevano respinto i partecipanti al Gay Pride di Istanbul a colpi di cannoni ad acqua. La marcia per l'Orgoglio era stata annullata due giorni prima a causa del Ramadan.

Racconta Teson che tra le persone intervistate, alcuni, hanno detto di essere stati insultati e picchiati. Un transgender incontrato, ora in ospedale, bersaglio di una sparatoria in strada poche settimane prima. 

Secondo un rapporto (TGEU), L'Organizzazione Transgender Europe, "43 decessi sono stati registrati tra gennaio 2008 e aprile 2016, la Turchia è (appena davanti a Italia e Spagna) record europeo di omicidi di transgender", come riferisce la CNN sul suo sito web. 

In un primo tempo i contatti con i transessuali turchi era difficile per giornalista e fotografo, che oggi continuano a registrarne la vita. "Come collettivo MásTesón (Miguel Angel Sanchez e Muria Teson), ci prendiamo il tempo per ascoltare la minoranza silenziosa come abbiamo fatto in Egitto, Palestina e Libia. L'obiettivo è quello di rendere visibile l'invisibile", ha detto Nuria Teson

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