10 aprile, 2014

I giornali raccontano di tutto. Non importa cosa.


Secondo uno studio americano, meno la ricerca scientifica è affidabile, maggiore è la probabilità che sia ritrasmessa da un importante quotidiano. 
         
Redacción
Come per esempio le informazioni sulla dieta! Sappiamo bene che le bietole a vapore sono migliori per la salute degli hamburger di McDonald, benchè il cibo spazzatura spesso superi le verdure nelle classifiche dei nostri gusti. In termini di informazione e di audience, spesso le questioni più importanti perdono la battaglia contro il gossip, il pettegolezzo o gli aneddoti di natura sessuale, ove non addirittura contro anche solo un paio di foto di gattini. 
               
La stessa tendenza si manifesta sul fenomeno osservato dai ricercatori del National Institutes of Health (NIH, agenzia governativa degli Stati Uniti responsabile della ricerca medica e biomedica), in un articolo pubblicato sulla rivista Plos One: nel loro trattamento delle notizie sulla ricerca medica, i media tendono a concentrarsi sugli studi scientifici meno affidabili.
                
Per osservare ciò che accade nel processo di trasmissione di questa ricerca dai giornali specializzati ai media mainstream, gli autori dello studio  si sono occupati di due articoli simili e pubblicati nello lo stesso periodo. Il primo ha riportato uno studio-osservazioe (dove i ricercatori raccolgono, senza informazioni, l'intervento della popolazione per rispondere a una domanda specifica e principale) che ha stabilito un legame tra l'assunzione di statine, classe di farmaci utilizzati nella riduzione del colesterolo e la mortalità per cancro. Su queste informazioni, CBS News titolava "I pazienti che assumono statine hanno un minor rischio di morire di cancro", mentre il Los Angeles Times aveva intitolato il suo articolo "Le statine possono ridurre il rischio di morte per cancro". 
              
Per i ricercatori, questi due titoli sono discutibili, in quanto possono portare il lettore a trarre conclusioni eccessive in relazione alla rilevanza dei risultati di uno studio osservazionale. Tali studi possono infatti stabilire una correlazione tra due fenomeni, come prendere le statine e la minore probabilità di temere una diagnosi di cancro, ma non un effetto causale. 
                  
Come dire, uno studio basato sull'osservazione scientifica potrebbe distinguere un legame tra due o più ore di televisione al giorno e un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Questo non significa che è nascosto  nella televisione qualche meccanismo dannoso per il cuore. Una sedentarietà eccessiva, legata in particolare alle troppe ore passate a guardare la TV, può effettivamente causare problemi cardiovascolari, ma la relazione di causa ed effetto può essere stabilita solo da uno studio clinico, randomizzato e controllato, progettato per eliminare le distorsioni che possono portare a conclusioni errate. (Questa è la tipologia di studio sperimentale di riferimento nella ricerca clinica. I partecipanti sono scelti a caso, randomizzati, tra un gruppo sperimentale e gruppo di controllo)
                    
Questo è il motivo per cui il team guidato da Vinay Prasad, del dipartimento di oncologia medica del NIH ha confrontato l'eco ricevuta da questo studio osservazionale, dopo aver trovato un legame tra l'assunzione di statine e il rischio di cancro, con quelli di un altro studio, randomizzato e controllato questa volta, che ha trovato una diminuzione della mortalità delle donne con un certo tipo di cancro al seno quando ricevono un trattamento con T-DM1. Se in una recente ricerca che è stata anche pubblicizzata, sono stati solo 77 i campioni analizzati, mentre in quella con la terapia con statine sono stati 311. 

Per valutare il ripetersi di questo tipo di elaborazione delle informazioni, i ricercatori hanno esaminato 75 articoli su ricerche mediche in cinque giornali importanti come il New York Times e il Washington Post, hanno poi confrontato 75 studi pubblicati in cinque prestigiose riviste scientifiche. Essi hanno scoperto che i giornali hanno dato un minore spazio agli studi randomizzati, limitandoli invece al 17% nella stampa mainstream contro il 35% delle riviste specializzate. Per converso gli studi osservazionali, hanno rappresentato il 75% degli articoli della stampa generalista, contro il 47% delle riviste scientifiche. 
                 
Il lavoro di Vinay Prasad e del suo team stanno fanno ricordare un effetto strano che la stampa sul mondo scientifico. I grandi media influenzano, ovviamente, i lettori senza una formazione scientifica, hanno detto i ricercatori, ma non solo: gli esperti, essi stessi, sono influenzati dalle pubblicazioni della stampa mainstream. Secondo uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, quando alcuni elementi vengono pubblicati dal The New York Times, il numero di citazioni nelle riviste aumenta del 72,8%. 
                    
Orbene, come uno sciopero nel 1978 ha dimostrato,  non è alla portata della grande testata giornalistica di New York afferrare la maggior parte degli studi. Di solito prepara in anticipo una selezione di articoli medicali da trattare, che poi vengono letteralmente sepolti a causa della selezione e dello sciopero, cosicchè quelli non pubblicati non riceveranno mai la fiammata di citazioni come per quelli effettivamente resi pubblici.

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