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In un primo momento, il terrore stupisce, il cervello non sa come reagire. La vittima è come paralizzata. Un secondo meccanismo di sopravvivenza psichica è quello di dissociarsi per staccarsi dalla violenza subita: "Siamo emotivamente anestetizzati, tanto da disinnescare le reazioni di empatia che altri avrebbe normalmente", dice uno psichiatra-psicoterapeuta. Altro meccanismo è quello di trarsi in disparte accentuando così il trauma della violenza subita.
Nel suo libro 'Making sense of memory' (come la mente dimentica e ricorda) Daniel Schacter, professore di psicologia ad Harvard, ha detto, nello stesso modo, che "è importante distinguere tra rimuginare eventi dolorosi e comunicarli ad altri". Nel primo caso, si rende la situazione peggiore, mentre nel secondo, si producono effetti contrari e benefici in profondità.
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lefigaro: come il cervello risponde alla violenza
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