
Dichiaratosi fervente amante degli animali, il cinquantenne del nord Italia (Lombardia) perlustrava i centri di protezione animale del circondario per adottare i gatti. Ma una volta tornato a casa, li cucinava arrosto per i suoi ospiti. lo rivela il quotidiano "La Stampa".
All'adozione del 15° gatto l'AIDAeA ha cominciato ad avere dei sospetti. Cosa mai quest'uomo stesse facendo a così cospicuo numero di amici a quattro zampe? Soprattutto perché dovevano avere determinati requisiti. Li preferiva giovani, neri e grassocci, come dichiarato dal presidente dell'Associazione per la protezione degli animali.
Dopo alcuni mesi, l'uomo, sposato con due figli, è stato catturato in flagrante. I dipendenti AIDAeA, sospettosi, gli hanno fatto adottare un nuovo gatto prima dell'incursione a casa sua, avvenuta subito dopo. Appena in tempo! Lo chef stava per infornare un gatto nero da 3,5 kg. Il sospettato ha poi confessato le sue colpe e ha detto che mangiava i gatti con gli amici.
Segnalato alla polizia per maltrattamento di animali, egli incorre in un reato (art. 544 C.P.) punito con la reclusione da tre a diciotto mesi, oltre ad una ammenda che si aggira intorno ai 12.000 euro.
Anche se è un reato severamente punito dalla legge, circa 7.000 gatti sono consumati ogni anno in Italia. Serviti su un letto di polenta, arrosto o in umido, l'animale è parte della tradizione culinaria Veneta, Lombarda e Piemontese.
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